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Gol dell’ex, rigori sbagliati e rimpianti. Pioli è primo, a Inzaghi manca la vittoria nei big match

Stefano Pioli
Stefano Pioli - Foto Marti

La stracittadina tra le due squadre che dall’inizio del 2020 hanno guadagnato più punti in Serie A è una carezza all’equilibrio: Milan e Inter dal 1 gennaio dello scorso anno hanno conquistato 151 punti a testa, si spartiscono il possesso palla con un 50%-50% e anche i tiri sono sostanzialmente gli stessi: 15-13. A San Siro in un derby Scudetto vince il nervosismo, che si tramuta in errori e timidezza, in rimpianti e polemiche. Ma anche in una situazione di classifica che al momento incorona la squadra con più personalità e sorride al Napoli, fermato oggi dall’Hellas Verona: Milan e Spalletti a 32 punti, l’Inter di Inzaghi non accorcia e la situazione resta immutata. Il Milan torna a disputare un derby con almeno sette punti di vantaggio sull’Inter in classifica per la prima volta dal novembre 2016, quando Stefano Pioli sedeva sulla panchina dell’Inter e sfidava il rossonero Montella. Si lottava per altri obiettivi e anche i calciatori erano diversi. Oggi Milan e Inter vogliono scoprirsi forti nonostante le tante partenze in estate, con due allenatori che cercano entrambi il primo titolo nazionale. Non c’è più Lukaku, come Hakimi e Donnarumma. Mentre Calhanoglu ha solo cambiato casacca ma non città. Se ne accorgono tutti dopo 9′: è lui che ruba palla a Kessie ed è lui che cade in area dopo un contatto (dubbio) con l’ivoriano. Lautaro fa per calciare il rigore, ma il turco prende il pallone e si regala un gol dell’ex con tanto di esultanza sfrenata. 

Un Milan di anni fa sarebbe stato probabilmente tramortito, ma non questo. La risposta è un’ingenuità, stavolta di de Vrij che di testa batte il suo stesso portiere e riporta un derby ad altissimi ritmi sui binari dell’equilibrio. Ma non solo, perché la direzione del big match sembra anche andare verso la pressione che porta errori. Clamoroso quello di Ballo-Tourè al 27′: intervento in ritardo su Darmian e calcio di rigore, stavolta è Lautato a prendere il pallone ma dagli undici metri è l’eroe che non ti aspetti a prendersi la scena. Out Maignan, Tatarusanu ipnotizzare l’argentino e para il decimo rigore della sua carriera, a più di due anni dall’ultimo su Mbappè in Coppa di Francia e a otto dal primo, su Fernando Torres. Un elenco di nomi illustri, a cui va ad aggiungersi anche uno spento Lautaro. L’ultima occasione nitida del match è però del Milan, sui piedi di Franck Kessie che a botta sicura col destro calcia a lato. Rimpianto in una notte di rimpianti, all’insegna dell’equilibrio e di una situazione di classifiche che resta uguale a quella della vigilia. L’Inter continua a restare a secco di vittorie nei big match in questa stagione: solo tre punti su quattro. Non segna Dzeko, che ha segnato cinque gol in carriera contro il Milan. E neanche Ibrahimovic, che non aggancia Altafini nella classifica di gol nella sfida più attesa. 

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