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“Non ho subito gol per 20 partite”. Una storia da raccontare, una vera e propria favola da raccontare ai nipotini, un nome nuovo da aggiungere tra bambini, quando si imitano le gesta degli idoli del calcio gridandone il nome. E’ quello di Emmerich Tarabocchia. Un’impresa riportata alla luce, in modo involontario da Gianluigi Buffon che, contro il Torino, ha stabilito il nuovo record di imbattibilità (974 minuti) per un portiere in Serie A, togliendo lo scettro a Sebastiano Rossi. Mostri sacri, ma niente in confronto al portiere del Lecce 1974/75, quel Tarabocchia che non subì reti per un girone intero – dal 3 novembre 1974, ottava giornata di campionato, al al 6 aprile 1975, la ventottesima – mantenendo inviolata la porta per 1791 minuti, record ancora imbattuto in un campionato professionistico. Buffon chi? L’eroe è Emmerich Tarabocchia che, ai microfoni di Sportface.it, fa i complimenti al numero uno della nazionale italiana. Da mito a mito, da imbattibile a imbattibile. “Io sono contento per lui, è un grande portiere e se lo merita; ora sarà difficile superare i suoi 974 minuti. Lo considero il Messi dei portieri. Gigi è inarrivabile, però nel mio piccolo ero un buon portiere anch’io”.
Ma quale è, ammesso che ce ne sia uno, il segreto per mantenere la porta inviolata così a lungo? Tarabocchia ce l’ha. “Non c’è n’è uno solo, sono tre: una buona difesa, il portiere affidabile e tanto fattore C (ride,ndr). Poi incide tantissimo l’unità del gruppo, la difesa la maggior parte delle volte fa la squadra proprio come la Juventus dei giorni nostri. C’è bisogno di tanto affiatamento proprio come quel Lecce: lì c’erano giocatori come Materazzi, Di Somma, Lorusso. Gente che sapeva giocare al gioco del pallone”.
L’ex portiere del Lecce adesso si gode la pensione, tra un viaggio nella Capitale e qualche buon libro appoggiato sul comodino. Il risposo del campione, il momento che nessun atleta può rinviare, ma che, almeno secondo Tarabocchia, non sembra ancora essere giunto per Sua Maestà Buffon. “Può fare ancora un anno o due a grandissimi livelli: il portiere è come il vino, più invecchia e più migliora”. Una volta appesi i guanti al chiodo scatterà la caccia al suo erede, il numero uno giallorosso ne ha in mente un paio. “In Serie A ci sono tanti portieri bravi come Sportiello, Donnarumma, solo per citarne alcuni, il futuro del calcio italiano è in buone mani. Anche ai miei tempi ce n’erano tanti: Albertosi, Cudicini, anche all’epoca c’era tanti buoni portieri a difendere le nostre porte”. Italiani popolo di santi, navigatori, sognatori e portieri. E non c’è da stupirsi se, nei cortili o ai giardinetti, qualche bambino, da oggi, si vanterà con gli amici di non subire gol da tantissime partite, proprio come Buffon. “Buffon chi? Come Tarabocchia”.