Torna a sorridere la Lazio, ma non è tutto oro ciò che luccica per i biancocelesti. Se infatti il 2-0 contro l’Atalanta ha riconsegnato a Pioli un Klose che appare rinato, autore di 3 gol tra Galatasaray e neroazzurri, c’è un altro calciatore della rosa laziale che non sembra avere motivi per sorridere. Ravel Morrison non è sceso in campo neanche contro la squadra di Reja, eppure sembrava l’occasione giusta: la partita, decisiva, di Europa League alle porte, l’ampio turnover scelto da Pioli con tutte le seconde linee in campo e un campionato che non ha più nulla da chiedere. E invece l’inglese è rimasto ancora una volta in panchina a guardare i suoi compagni. L’allenatore laziale, pungolato dai cronisti in conferenza stampa sul tema, ha risposto: “Da un po’ di tempo l’inglese sta lavorando meglio, presto se continuerà così, troverà spazio”. Si vedrà , per il momento però, sul fronte Morrison tutto tace.Â
La società lo ha blindato nel mercato di gennaio, si aspettava la riscossa. “Le sue qualità sono indiscutibili, è un fuoriclasse e arriverà il suo momento. È stato un giocatore chiacchierato fin da subito, essendo un po’ ‘pazzo’ ha incuriosito molto le persone” erano state le parole del ds Igli Tare a fine ottobre, quando ancora tutti credevano nell’esplosione dell’ex West Ham. Poi, con il passare dei mesi, l’entusiasmo ha lasciato il posto alla rassegnazione, l’atteggiamento poco professionale dell’inglese, le incomprensioni con lo spogliatoio e i continui viaggi, anche non autorizzati, nella sua Londra hanno aumentato le perplessità sulla scommessa laziale. Scommessa da considerarsi persa, sotto molti punti di vista. Il ritorno in patria appare sempre più probabile, a gennaio c’era lo Swansea a sondare il terreno, in Italia Chievo e Torino avevano chiesto informazioni. Il finale di campionato potrebbe servire almeno per valorizzare il numero 7 biancoceleste, ma Pioli, sotto questo punto di vista, sembra non sentirci. “Il tempo del suo inserimento è finito. Sa benissimo cosa deve fare e cosa non deve fare per essere convocato. Il discorso vale per lui e per tutti gli altri. Si diano tutti da fare” aveva tuonato il tecnico biancoceleste appena un mese e mezzo fa. Evidentemente Morrison ha compreso quali atteggiamenti adottare per rientrare nell’elenco dei convocati, ma non ha ancora recepito cosa fare per scendere in campo.
[the_ad id=”10728″]
Un Ufo in quel di Formello, un vero e proprio oggetto misterioso. Solo 152 minuti raccolti finora tra campionato e coppe, 7 apparizioni stagionali, rimangono giusto gli echi dell’unica partita da titolare contro il Rosenborg in Europa League e quel minuto strappato a Pioli contro il Torino: 4 palloni toccati e altrettanti “olè” del pubblico. Una situazione da risolvere al più presto, un enigma che pare senza soluzione: neanche l’incontro a tre, andato in scena poco tempo fa, tra Pioli, il ds Igli Tare e il giocatore stesso sembra aver risolto nulla. A fine anno i destini della Lazio e di Morrison prenderanno due strade diverse, la soluzione più probabile appare questa anche se il contratto fino al 2019 mette la società biancoceleste in una posizione di svantaggio. Se sarà confermato Pioli sulla panchina laziale – e se l”inglese non cambierà registro –  non ci saranno chance: se invece l’ex allenatore di Parma e Bologna dovesse fare le valigie dipenderà da chi prenderà il suo posto, dalla voglia di scommettere ancora sull’inglese. Per quest’anno, però, la scommessa è stata persa, il ritorno a casa dell’extraterrestre Morrison è sempre più vicino.