Champions League

Juventus presa a pallonate dal Benfica, eliminazione meritata. Ma l’orgoglio nel finale può salvare Allegri

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus - Foto LiveMedia/Phs Agency/PHS

La Juventus è eliminata dalla Champions League. Lo è con merito, visto che dopo cinque giornate sono tre i punti in classifica, una la vittoria, quattro i ko. E un’infinità i gol subiti. Così non si va da nessuna parte, e infatti di sicuro non si va agli ottavi della coppa più prestigiosa. A certificare il fallimento bianconero, perché di questo si tratta, la partita contro il Benfica al Da Luz che è la perfetta esposizione di questi primi due mesi e mezzo della Vecchia Signora.

Un 4-3 che non racconta tutto di quanto visto, perché per oltre un’ora, tra il quindicesimo e il settantacinquesimo, i lusitani prendono a pallonate la squadra di Allegri, in lungo e in largo, segnando quattro gol e rischiando di farlo in altrettante occasioni. Azioni nello spazio, contropiedi perfetti, aggressione e corsa. Forse è stata sottovalutata al sorteggio, ma quante volte abbiamo visto i portoghesi agli ottavi o ai quarti di Champions negli ultimi anni? Molto spesso: e allora bisognava stare attenti.

Fuori con merito

La Juve sembra approcciare nel modo giusto, perché dopo aver preso subito il gol la reazione è immediata e fa ben sperare. Poi, l’episodio che spacca la partita. Cuadrado tocca di mano, qualche dubbio sulla punibilità, rigore e Joao Mario riporta avanti i portoghesi. Che a quel punto, dimostrano di essere avanti luce sotto troppi punti di vista, sul piano del gioco, della personalità, delle idee. E così arrivano anche il terzo e il quarto gol, con la difesa della Juve francamente imbarazzante. Davanti mancano iniziative, Vlahovic esce per un lieve infortunio e così sono i giovani nel finale a propiziare i venti minuti finali in cui esce fuori l’orgoglio di una squadra ferita e conscia di aver fallito già a ottobre l’obiettivo più importante della stagione.

Due gol con Iling che dà spettacolo, Milik e McKennie che provano a riaprirlo. Ma non sarebbe stato in alcun modo meritato, e infatti finisce 4-3. A Lisbona si tocca il fondo, da qui si può solo risalire: con o senza Allegri, che potrebbe essere stato salvato dalla voglia nel finale di credere nell’utopia. Ma serve subito il cambio di passo, e non solo a parole, e vincere col Psg fra una settimana potrebbe far aumentare i rimpianti, ma al contempo aprire le porte dell’Europa League, che a quel punto diventa un obiettivo di ripiego ma appetitoso.

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