Calcio

Carlo Tavecchio alle Iene: “Ventura? La mia prima scelta era Donadoni”

Carlo Tavecchio - Foto Sportface

A pochi giorni dalla debacle dell’Italia contro la Svezia allo Stadio San Siro che ha escluso gli azzurri dai Mondiali che si terranno in Russia nel 2018, Carlo Tavecchio, presidente della Figc, è stato intercettato da Nicolò De Devitiis delle Iene. “L’ho scelto io l’allenatore – ha esordito Tavecchio – Ma l’ho scelto in un momento dove l’offerta era quella. Conte aveva lasciato, era andato al Chelsea… Erano rimasti sul mercato Ventura, De Biasi, Montella. Ho scelto tenendo conto anche delle indicazioni dei più importanti giocatori. Non è che ho scelto solo, esclusivamente. Quando si è posto il bouquet di offerte, sono andato a parlare anche con i giocatori. Dico una cosa che non ho detto mai: la prima scelta mia era Donadoni. Purtroppo il presidente Saputo si è opposto a questa situazione, perché io Donadoni lo conoscevo bene dal passato“.

Io sono stanco dal punto di vista mentale di pensare a queste due partite – ha proseguito – E’ un’ossessione, è come se avessi un’ossessione per queste due partite che non vedevo così drammatiche. Ho parlato di apocalisse perché lo presumevo ma non perché pensavo che non andassimo, perché non andare ai Mondiali lo ritengo un fatto gravissimo. Per l’Italia. Un fatto gravissimo che non doveva succedere, anche con i mezzi messi a disposizione, con le attenzioni messe a disposizione, con la dovizia di particolari del Club Italia. Anche con un po’ di intelligenza si poteva evitare questa debacle. Noi non abbiamo battuto la Spagna: quando lei non batte la Spagna nel girone di qualificazione, lei non vince più il girone. Non si mettono due Nazionali campioni del mondo nello stesso girone“.

C’è spazio per un commento su Buffon: “Gigi è stato un grande ed è un grande. Ha partecipato con la sua massima disponibilità, con l’aiuto morale, anche dal punto di vista dell’intervento fisico, sostenendoli, intervenendo. Addirittura, fra un po’, veniva a meta’ campo per dare una mano a tutti“. Cambiare guida tecnica tra l’andata e ritorno con la Svezia? Un’idea non praticabile per Tavecchio: “Io sono un uomo che non fa questi colpi di testa, anche se personalmente non ero contento della situazione dal punto di vista tecnico perché la squadra si vedeva impostata male. Mi è venuto in mente ma non di cambiarlo, di correggere. Ma come si fa a non far giocare Insigne? L’ho detto allo staff, non a lui. Colpa di Ventura? Dal punto di vista tecnico, sì. Ventura ha avuto carta bianca e collaboratori scelti da lui. Qualsiasi cosa e’ stata scelta da lui. Non e’ stata fatta nessuna interferenza dal punto di vista politico. Quello che ha chiesto, ha voluto e ha avuto. Mi sento responsabile, mi presenterò con un programma e accetterò le decisioni di chi è deputato a giudicarmi. Nelle ultime due partite c’è stata totale disorganizzazione mentale“.

Adesso via al toto nomi per il futuro ct azzurro. Tavecchio dà degli indizi: Spalletti acqua, Gattuso acqua, Allegri fuocherello, Conte fuoco, Ancelotti fuoco: “Il più vicino? Io spero che ci siano queste ipotesi, però non posso dire i nomi. Noi stiamo cercando il meglio. Hanno già impegni fino a giugno dal punto di vista contrattuale. Poi arriveremo a giugno, chi sarà libero…perché i contratti sono contratti milionari, chi non li rispetta deve pagare la causale. Non credo che ci sia gente in giro che abbia voglia di pagare milioni per lasciare; chiaramente quando io le dico che i papabili – che sia Ancelotti, che sia Conte, che sia Allegri, che sia Ranieri, che sia altra gente, che sia Mancini – questo è il novero dei disponibili“. 

C’è spazio per un commento su Malagò che lo ha invitato a dimettersi: “Ognuno fa le sue valutazioni, io non entro nel merito dei risultati di altre federazioni. Non mi dimetto perché voglio presentare un progetto, anzi un’integrazione di un progetto approvato da un’assemblea. Tardelli? Ormai è contro di me. Lui è stato un grande giocatore ma è facile parlare senza contraddittorio…”.

Poi la conclusione: Fallimento economico? Non serve mica un professore di economia per capirlo. Ma in questo momento c’è una Federazione solida e non mi dimetto. I quattro posti in Champions li ho portati io. La mia voglia è di vedere tutti gli italiani contenti perché io soffro come loro“.

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