Amarcord

C’è un cuore che batte. Antonio De Falchi, trentuno anni dopo

Antonio De Falchi

Come ogni 4 giugno, da ormai una quindicina di anni, il cuore giallorosso pitturato in strada sotto quella che è la casa della famiglia di Antonio De Falchi è tornato a risplendere. E così farà i prossimi anni, perché la tifoseria della Roma non ha mai dimenticato il tifoso vittima di un agguato a San Siro di alcuni ultrà del Milan trentuno anni fa. L’eccezione l’ha dettata il Covid e a differenza degli anni passati, la Curva Sud non potrà organizzare l’abituale torneo di calcio a 5 in memoria di Antonio che ha sempre visto la partecipazione di altre tifoserie, da Palermo a San Benedetto del Tronto fino a sconfinare in Grecia (Panathinaikos) e Spagna (Atletico Madrid). Ma allo scoccare della mezzanotte gli ultras giallorossi di ogni età si sono radunati nel piazzale del quartiere di Torre Maura in occasione dell’anniversario più triste, il primo senza Mamma Esperia, scomparsa lo scorso ottobre. Antonio, anche tra cent’anni il tuo cuore pulserà nella Curva Sud”, è il contenuto dello striscione firmato dal gruppo “Roma” ed esposto nella notte. E’ quanto resta oggi di Antonio De Falchi, oltre al ricordo di chi gli voleva bene e di chi ha imparato a volergliene, ad un bandierone sempre presente nel settore più caldo della Curva Sud e ad un piccolo parco di periferia che gli è stato intitolato. Anche la Roma ha voluto ricordare il tifoso scomparso con la foto della coreografia che la Curva Sud sfoggiò in occasione del trentesimo anniversario della sua morte, lo scorso anno in occasione di Roma-Milan. Trenta stendardi col volto di Antonio e la scritta in basso come firma: Curva Sud Antonio De Falchi“. Tanto per ricordare che la memoria, quella no, non la spegne nemmeno un vile agguato.

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