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Panatta contro i negazionisti del Covid-19: “Possono pure insultarmi, ma sono scemi”

Adriano Panatta premiato agli Internazionali BNL d'Italia - Foto Antonio Fraioli

“Possono pure insultarmi, ma i negazionisti sono scemi. E aprire le discoteche è stato un errore”. A dichiararlo in un’intervista concessa a “La Stampa” è stato l’ex tennista Adriano Panatta, che anche su Twitter ha voluto dire la sua contro i negazionisti del Covid-19 in corteo a Berlino: “Ho visto le immagini, tante teste rasate e magliette discutibili – ha racconta Panatta – e ho pensato: ma questi sono scemi. Come si fa a negare l’evidenza? Ci siamo già dimenticati i camion che portavano via le bare dalle zone rosse? Mi hanno insultato dandomi sia del comunista sia del fascista, sostenendo che sono un ‘rimasuglio dittatoriale’. ‘Tornatene in Cile!’ mi hanno scritto sui social, proprio a me, ma stiamo scherzando”. L’ex tennista ha spiegato che “la stessa reazione l’ho avuta guardando la gente che si ammassava in discoteca: una totale mancanza di rispetto per il prossimo”. In merito al suo amico Briatore, risultato positivo al coronavirus, Panatta ha aggiunto: “Se aprono le discoteche e la maggior parte delle persone si comporta da idiota, diventa difficile. Anche Flavio non poteva fermare l’orda. Forse, diciamolo, l’orda andava proprio evitata. Non dobbiamo diventare uno stato di polizia. Ci sono provvedimenti, come l’uso delle mascherine e il distanziamento, basterebbe rispettarli. Anche perché non mi sembra un grande sacrificio, specie rispetto a quello che abbiamo passato durante il lockdown”.

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