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INTERVISTA – Liliana Pagliero: “La maratona di Crevalcore è una festa dello sport”

Liliana Pagliero
Liliana Pagliero

Un feeling indissolubile quello tra la Maratona di Crevalcore, di cui sabato si è corsa la 7^ edizione e Liliana Pagliero, podista torinese classe 1968, tesserata per l’ASD Brancaleone Asti ed attualmente residente nella città spumantiera. Dal 2012 ad oggi, la Pagliero ha corso tutte le edizioni della 42k bolognese: tra l’altro nell’edizione di sabato ha ottenuto un brillante primo posto nella categoria SF50 con il tempo di 3h43’07’’. “Ho festeggiato nel miglior modo possibile la prima gara da SF50, categoria in cui sono stata promossa quest’anno per motivi anagrafici” dice sorridendo.

Liliana, con la maratona di Crevalcore si può dire che sia stato quasi “amore a prima vista”. Puoi raccontare ai lettori di Sportface.it come è nato questo feeling?

Per caso, un po’ come molte delle cose belle che capitano nella vita. Mi ricordo che era il mesi di novembre 2011, io avevo da poco partecipato alla mia prima maratona a Torino (da allora in 7 anni ne ha corse oltre 50, ndr). Avevo in programma di correrne un’altra a marzo 2012, a Brescia e stavo cercando alcune gare a cui partecipare come allenamento. Il problema è che, nel mese di gennaio, il calendario è ricco di cross, un tipo di competizione che non amo particolarmente. In modo casuale sono venuta a conoscenza tramite social network della 42km di Crevalcore ed ho deciso di iscrivermi”.

Che cosa Ti ha colpito in modo particolare?

L’organizzazione perfetta in tutti i dettagli e l’atmosfera che si respirava e si respira tutt’ora. Una corsa a misura di podista. Considerando poi che hanno messo in piedi la prima edizione in meno di 60 giorni, 59 per l’esattezza…

Prego?

Sì, in 59 giorni. L’ho scoperto parlandone con gli organizzatori. L’idea della gara è nata per ricordare le vittime dell’incidente ferroviario della Bolognina, una località nei pressi di Crevalcore, in cui il 7 gennaio del 2005 persero la vita 17 persone. L’organizzazione è partita a Novembre 2011, con l’idea di correre il giorno dell’Epifania, una giornata festiva prossima alla data della tragedia. Nonostante il poco tempo a disposizione, gli organizzatori pensarono veramente a tutto, dalle convenzioni con gli hotel cittadini a quelle con i ristoranti per la cena il giorno prima della gara ed il pranzo dopo la corsa. Mi sono sentita come a casa e sono sicura che anche molti altri podisti hanno avuto il mio stesso feeling”.

Parlaci del percorso.

Facile solo in apparenza. Anzi, direi piuttosto impegnativo. Il tracciato di gara si snoda lungo un giro da ripetere per 2 volte e prevede il passaggio su un cavalcavia al 14^ e 35^ km. Si tratta proprio del cavalcavia situato nei pressi della stazione ferroviaria della Bolognina, in cui è posizionato anche un traguardo volante. Certamente è una gara che bisogna saper gestire, altrimenti si rischia di andare in crisi”.

L’edizione che più ti è rimasta impressa?

Se proprio devo sceglierne una, dico quella del 2013. Nel maggio del 2012 l’Emilia era stata fortemente colpita dal sisma. Praticamente tutti i componenti del comitato organizzatore erano stati costretti a lasciare le loro abitazioni perché inagibili. Vivevano in tende o container. Nessuno pensava che sarebbero stati in grado di organizzare la gara, invece la maratona si è svolta regolarmente. In alcuni tratti, per consentire di attraversare zone con asfalto sconnesso dal terremoto, furono persino approntate delle passerelle”.

Parliamo anche di riscontri cronometrici. Ieri hai corso in 3h43’ circa. La tua miglior prestazione a Crevalcore?

Un anno ho corso in 3h34’, ma perché avevo fretta e dovevo andare a prendere il treno per tornare a casa (ride, ndr). Scherzi a parte, a Crevalcore non si corre per il tempo, o almeno non soltanto per quello. Certo, quando si è in gara si compete e si dà il massimo, ma la mia idea della Maratona di Crevalcore è quella di una festa dello sport. E’ un modo beneaugurante per iniziare ogni nuovo anno podistico”.

Parteciperai anche nelle prossime edizioni, vero?

Certamente. Lo dico sempre, se non dovessi essere in grado di correrla per qualsiasi motivo, la camminerò, come si dice in gergo, arrivando sui gomiti. Per me ormai è un appuntamento irrinunciabile”.

Concludiamo con obiettivo per questo 2018 appena iniziato. Dal 2011 ad oggi hai corso oltre 50 maratone e diverse ultramaratone. Hai un personale di 3h33’ stabilito a Carpi nel 2012. Che cosa stai preparando per quest’anno?

L’obiettivo è far bene in un’ultramaratona di 50km che si disputerà a Salsomaggiore il prossimo 18 novembre, il giorno dopo il mio 50^ compleanno. Si chiama Ultra K Marathon e voglio proprio farmi un bel regalo, correndola nella maniera migliore”.

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