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Dal Lemon Bowl al Foro Italico, Hamad Medjedovic strega di nuovo Roma

Hamad Medjedovic
Hamad Medjedovic - Foto JASPER JACOBS/Belga/Sipa USA

Dal Foro Italico, Lorenzo Ercoli

Hamad Medjedovic è un nome per custodito quasi esclusivamente dalle menti dei grandi appassionati di tennis. Nei fatti è uno di quei predestinati che molto presto ha fortuna di capire che arriverà sui grandi palcoscenici. Numero 3 d’Europa a livello under 14 nel 2017 e Top 10 under 18 qualche anno più tardi. Il sostegno affettivo e finanziario di Djokovic, segnali che uniti alla fisicità e al tennis espresso dal ragazzo di Novi Pazar, cittadina a meno di un’ora dal confine con l’attuale Kosovo (se si potesse passare in macchina, senza dover entrare da Paesi terzi) non hanno che confermato le sensazioni degli addetti ai lavori. 

Battendo Popyrin e Davidovich Fokina, il campione in carica delle Next Gen ATP Finals si è regalato il primo terzo turno della carriera in un Masters 1000. Seguito in tribuna dal capitano di Davis serbo Viktor Troicki, Hamad si è regalato il match con il numero 4 del mondo Daniil Medvedev agli Internazionali d’Italia 2024: “Ho vinto un match contro un avversario forte, che ho visto spesso all’opera. Il pubblico di Roma è fantastico, è un onore vincere partite qui”. La prima volta nella capitale del tennista serbo risale ormai a undici anni fa, nel Lemon Bowl under 10 arrivò in semifinale perdendo da Luca Nardi: “Era la prima volta in Italia e a Roma. Ricordo benissimo il Lemon Bowl, era un po’ di tempo fa e arrivai in semifinale. La città, l’energia, le persone e il cibo. Fu tutto fantastico”.  Poco dopo arriverà il meritato sostegno di Nole, che in questi anni ha provato ad aiutare i giovani connazionali: Djokovic mi ha aiutato molto nel passaggio da junior a professionista. Per me è un mentore, il suo sostegno è stato sia finanziario che emotivo con tanti consigli. Quello che ricordo meglio? Difficile dirne solo uno”.

Medjedovic è legato a Luca Nardi soprattutto per la finale del 2017 a Les Petit As, terminata con vittoria dell’azzurro. In tabellone c’erano anche Alcaraz e Rune, che da professionisti hanno alzato gli standard per la classe del 2003: Loro sono incredibili per avere la nostra età. Sono ragazzi che ti stimolano e ti ispirano, fanno bene al tennis e a giocatori giovani come me e Luca. Il mio tennis? Il dritto è da sempre il colpo più letale, poi crescendo di statura ho aggiunto il servizio”. In prospettiva c’è ancora tanto da poter aggiungere, soprattutto coniugare la propria struttura fisica con i ritmi del tennis moderno sarà una sfida. In Serbia però ci credono e lui fa lo stesso, con la testardaggine che da sempre aiuta i suoi connazionali: Credo sia questo il segreto degli atleti serbi. Abbiamo tanti grandi sportivi nonostante il nostro sia un Paese piccolo, credo perché siamo testardi”.

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