Ciclismo

Ciclismo, Gianni Bugno: “Motorini nelle bici? Chi bara va punito”

Ciclocross - Foto Cronoser CC BY-SA 4.0

“Motorini nelle bici? Chi bara deve essere punito pesantamente”, severo il commento di Gianni Bugno, presidente dell’Association of Professional Cyclists (CPA), sullo scandalo della frode tecnologica che ha investito il ciclismo. “I corridori sono tutti d’accordo su questo e sono i primi interessati a smascherare chi agisce in modo scorretto, siano questi corridori, meccanici o altri componenti del team”, sottolinea il numero uno dell’Associazione Corridori Internazionale prendendo spunto dalla dura condanna di Christian Prudhomme. Infatti il direttore generale del Tour de France, in alcune recenti dichiarazioni, ha puntato il dito contro chi fa ricorso al cosiddetto “doping tecnologico” ovvero a trucchi come i motorini elettrici nelle biciclette per trarre vantaggio durante la corsa. “Siamo convinti che l’Unione ciclistica internazionale (UCI) stia facendo del proprio meglio per aumentare e perfezionare i controlli, ci auguriamo che si facciano passi avanti con la collaborazione dei costruttori per allontanare ogni dubbio sulle performance degli atleti – spiega il due volte campione del mondo su strada – Anche noi, all’interno dell’associazione, ci stiamo informando sulle soluzioni per ottenere controlli più ferrei e rapidi, sappiamo di poter contare sulla massima collaborazione dei corridori. Non sono d’accordo sul fatto di puntare il dito contro il gruppo ogni volta che accadono episodi che mettono in cattiva luce il nostro sport”. Il presidente Bugno dunque, pur condannando eventuali irregolarità nelle corse, difende strenuamente la categoria dalle accuse piovute nelle ultime settimane: “Per questo non ho voluto finora unirmi al coro di tutti coloro che hanno semplicemente lanciato accuse senza proporre delle soluzioni al problema. Anzi, non penso nemmeno si possa definire un vero problema, perché non tocca la totalità dei corridori onesti che si misurano sportivamente con gli avversari”, ha concluso il numero uno della CPA. Lo scandalo era scoppiato a fine gennaio, nel corso del Mondiale di ciclocross, quando durante la gara femminile under 23 gli ispettori dell’UCI avrebbero scoperto un motorino elettrico nella bicicletta della 19enne belga Femke Van Den Driessche.

SportFace