Ha vinto 3 Olimpiadi, 2 Mondiali, 3 NCAA, 3 anelli WNBA, 4 Euroleghe, MVP 2009 (e si potrebbe continuare all’infinito) e proprio per questo, e per la grinta mista a dell’ottimo trash talking, la chiamano la Michael Jordan della WNBA e – a detta proprio di Kobe Bryant – la White Mamba: lei è Diana Taurasi.
Dopo la vittoria di venerdì scorso contro le Mystics di Washington, la guardia delle Phoenix Mercury è diventata la terza giocatrice nella storia della WNBA a superare i 7.000 punti in carriera.
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La Taurasi è entrata a far parte di una compagnia d’élite formata dalle migliori marcatrici nella storia della WNBA: Tina Thompson (7.488 punti in carriera) e Tamika Catchings (7.142). Ciò che stupisce ancora di più è che alla trentaquattrenne californiana sono bastate solo 348 partite per raggiungere questo traguardo, di gran lunga meno della Catchings (428) e della Thompson (460). In totale, sono sette le giocatrici della WNBA che hanno segnato almeno 6.000 punti in carriera, Thompson, Catchings, Taurasi, Smith, Leslie, Pondexter e Jackson, di cui solo tre giocatori in attività: Taurasi, Catchings e la guardia delle Chicago Sky Cappie Pondexter.
Tamika Catchings conduce per soli 112 punti sulla Taurasi, giocando 89 gare più di Diana. Per 5 volte ha ottenuto il titolo di Scoring Champion (nel 2006 e poi dal 2008 al 2011) conseguendo una media di 20 punti a partita. In questa regular season 2016, è al terzo posto tra le marcatrici con 19 punti, anticipata da Tina Charles (22), Elena Delle Donne (20) e a pari merito con Angel McCoughtry.
Ciò che rende Diana Taurasi una delle migliori giocatrici è anche la sua versatilità: tira (e segna) da ogni luogo, spesso con nonchalance. Mentre per Tamika Catchings, ala delle Indiana Fever, sarà l’ultima stagione della sua carriera, la Taurasi non ha la benché minima intenzione di smettere.
Nonostante sia al terzo posto nella graduatoria di tutti i tempi, non c’è dubbio che sia la più grande marcatrice nella storia della WNBA, infatti non le ci vorrà molto per raggiungere la prima posizione e tenersela per un bel po’.