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“Non si può più essere liberi nel mondo del tennis, parlando e accusando senza prove. Si prega di rendere pubblici tutti i miei test, rendendo pubblico il mio passaporto biologico, nonché la mia storia completa per quanto concerne controlli e test antidoping“. Con queste parole in una lettera al presidente dell’Itf David Haggerty inviata lo scorso lunedì, Rafael Nadal si difende dalle pesanti e insistenti accuse di doping.
Dopo i trionfi di Montecarlo e Barcellona, il maiorchino ha deciso finalmente di esporsi pubblicamente iniziando dalla querela per diffamazione all’ex Ministro dello Sport francese Roselyne Bachelot, la quale aveva gettato più di un’ombra sull’ex nr.1 dichiarando che la sua pausa di 7 mesi tra 2012 e 2013 era dovuta ad un ‘silent ban‘ per doping. Per questo motivo, attraverso un comunicato del suo manager Benito Perez Barbadillo, ha affermato di voler proseguire l’azione al tribunale di Parigi: “Intendo non solo difendere la mia integrità e l’immagine come atleta ma anche i valori della mia carriera. Mi auguro anche che nessun altro personaggio pubblico insulti o faccia false accuse attraverso i media contro un atleta, senza alcuna prova o fondamento e senza venire punito” – si legge nel documento dello spagnolo, il quale afferma che “Qualunque risarcimento andrà ad un’organizzazione no profit o ad una fondazione francese”. E conclude sostenendo di avere “completa fiducia nel sistema giudiziario francese che sarà chiamato a giudicare”.