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A suo modo il Challenger di Istanbul 2016 potrebbe entrare nella storia dello sport e del tennis. Domenica si dovrebbero, infatti, affrontare in finale Malek Jaziri e Dudi Sela. Nei rispettivi match di semifinale, il primo ha battuto il tedesco Tobias Kamke 6-3 6.4, il secondo lo svizzero Marco Chiudinelli per 6-3 6-3. Che c’è di “storico” direte voi? C’è che mai un giocatore tunisino e uno israeliano si sono affrontati in un rettangolo di gioco. Ciò accade quando la politica bypassa le ragioni prettamente sportive e s’impone per questioni che nulla hanno a che vedere con una pallina da tennis. Perché la Tunisia, detto in soldoni, rifiuta di avere rapporti diplomatici con Israele in solidarietà con il popolo palestinese.
La Federazione tennis tunisina finora non ha mai consentito a un proprio giocatore di scendere in campo con un collega di Israele. Lo stesso Malek Jaziri, eroe nazionale in patria, si era reso protagonista, suo malgrado, di alcuni ritiri sospetti in passato, per evitare di affrontare al turno successivo tennisti israeliani. Come nell’ottobre 2013 al challenger di Tashkent prima del match contro Amir Weintraub. O come nel febbraio 2015: sconfitta per ritiro con Denis Istomin al challenger di Montpellier dopo aver vinto il primo parziale. Guarda caso il giorno successivo Jaziri avrebbe dovuto affrontare proprio Dudi Sela. Problemi fisici soltanto mascherati, ma che nascondevano chiare implicazioni politiche. E i boicottaggi tunisini anti-israele non riguardano certamente solo il mondo del tennis.
Nel novembre 2015 il nostro Luca Fiorino aveva intervistato in esclusiva per Spaziotennis.com Dudi Sela, che aveva assicurato di essere amico di Jaziri e di voler presto giocare contro di lui. “Non è una sua decisione quella di non scendere in campo contro gli israeliani, ma io so che qualcosa in federazione è cambiato e quindi potremo anche affrontarci prossimamente” (CLICCARE QUI per leggere l’intervista completa al tennista israeliano).
Oggi c’è una speranza: si chiama challenger di Istanbul. Forse era scritto nel destino che doveva essere questa la sede di un incontro che potrebbe cambiare le relazioni, almeno sportivamente parlando, tra i due paesi mediorientali. Domenica pomeriggio saremo tutti col fiato sospeso per assistere all’ingresso in campo di Malek Jaziri e Dudi Sela. Solo allora potremmo davvero credere alla fine di questa assurda storia di boicottaggio. I dubbi permangono, il condizionale è d’obbligo, ma vedere i due amici affrontarsi in una finale non avrebbe prezzo. Non importa chi alzerebbe al cielo il trofeo. Vincerebbero entrambi e, soprattutto, lo sport.