Lemon Bowl

Tennis, Lemon Bowl: Massacri e Sensi incantano, e poi il “nuovo Dolgopolov”

Sono andati in scena oggi, al Lemon Bowl, gli ottavi di finale delle categorie under 10, 12 e 14. Avanzano ai quarti, nell’under 12 femminile, Benedetta Sensi (Le Magnolie), Anna Paradisi (Ct Firenze) ed Elisa Puggioni (Tennis Torres). Nell’under 14 accedono al turno successivo Alessandra Simone (Tc Foggia), Anastasia Abbagnato (Tc Palermo) e Lorenza Cuomo (Accademia Napoli). Nel maschile ottime prestazioni per la prima testa di serie Benito Massacri (Angiulli Bari), che in due incontri ha lasciato per strada la miseria di quattro giochi, e per il giordano Abedallah Shelbayh. Bene anche Alexander Gammariello (Out Line), Enrico Baldisserri (Ct Bologna) e Gianmarco Gandolfi (Rai).

Gli spalti del New Penta sono invece stati incantati dal talento rumeno Yannick Theodor Alexandrescu, nato nel 2008 e con un anno in meno rispetto alla maggior parte dei suoi avversari under 10: il suo tennis, un misto di imprevedibilità e variazioni, fatto di smorzate e lob, somiglia molto al gioco “istintivo” di Dolgopolov, ma lui ammette di adorare Federer, il suo idolo. Alla tenera età di otto anni, è già stato notato da campioni del passato come Nastase e Tiriac: il papà dice che ha già avuto modo di ricevere consigli e fare qualche scambio con loro in alcuni circoli di Bucarest. Il tennis è praticamente la sua vita: “L’importante è che abbia una racchetta in mano”.

Avanza anche Yannick Ngantcha Lliso, originario di Fossombrone, nelle Marche, ma di padre camerunense e madre spagnola: gli addetti ai lavori hanno avuto modo di segnalare notevoli miglioramenti rispetto alla scorsa edizione, in cui raggiunse il secondo turno partendo dalle pre-qualificazioni. Il padre Jean-Jacques confessa che i miglioramenti sono stati tanti e soprattutto tattici negli ultimi dodici mesi: il suo idolo è Rafael Nadal, che guarda spesso in televisione. Ngantcha ha vinto il torneo Kinder+Sport 2016 e, proprio per emulare il nove volte vincitore del Roland Garros, ha voluto giocare quello successivo con le stesse scarpe usurate, procurandosi l’infiammazione del metatarso: a tal proposito, il padre afferma che “dagli errori e dalle sconfitte si impara spesso molto più che dalle vittorie”.

 

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