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Djokovic in live con Fognini: “Ritiro? Giocherò sino ai 50 anni”

Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Fabio Fognini e Novak Djokovic hanno offerto una live streaming su Instagram, progettata al fine di intrattenere gli appassionati di tennis in un momento critico a causa dell’emergenza Coronavirus. I due tennisti hanno ironizzato su vari aspetti delle loro carriere, seppur siano state toccate alcune tematiche delicate. Inizialmente Djokovic ha raccontato i primi difficili momenti dopo la proclamazione della pandemia: I primi 7 giorni ho provato tanta ansia, non riuscivo neanche capire perchè. Siamo abituati a viaggiare sempre e mi ci è voluto tanto tempo per accettare mentalmente e fisicamente questo momento. Ho avuto l’opportunità di svolgere tante conversazioni con mia moglie riguardo come funzionino vari aspetti a casa con i bambini. Adesso sono in Spagna. Sono molto grato di stare con la famiglia, normalmente per il nostro lavoro siamo sempre in giro“.

Successivamente anche Fognini ha esplicato le sue sensazioni in quarantena: “Sarei dovuto partire per Indian Wells, ma è scoppiato tutto e sono rimasto a Barcellona. I primi 10 giorni è stata davvero dura, non siamo abituati a questo tipo di vita, siamo sempre fuori. Abbiamo più tempo libero, quindi è molto più semplice adesso vivere una vita ‘da famiglia’. Aiuto in casa, faccio lo chef: cucino molto bene la pasta al tonno. Per fortuna abbiamo il giardino e per Federico (il figlio, ndr) è perfetto, non si ferma mai. Speriamo che dalla prima settimana di maggio si possa uscire“.

Djokovic ha poi esternato alcuni consigli per gli spettatori della diretta, per quanto concerne il frangente spirituale di alcuni esercizi fisici: “Gli esercizi di respirazione sono molto più efficienti e ti danno molto più di ciò che si possa pensare. Questo tipo di applicazione è importante, ci sono alcune tecniche di respirazione con i quali si possono modificare stato mentale ed emozionale, oltre che fisico. Pratico degli esercizi di yoga, che mi danno serenità e brillantezza, mi aiutano a produrre energia dinamica. Per me la meditazione è essenziale per vivere i vari momenti, è come fare una rigenerazione“.

In seguito Fognini ha espresso un giudizio sull’importanza del lavoro ‘mentale’ riguardo il rendimento in campo: “Sembra che al giorno d’oggi se ci si reca da uno psicologo si viene presi per matti. Io mi reco spesso da uno psicologo, in quanto lui può indirizzarmi al rilassamento, evitando così attacchi di panico ed ansia in generale. Tutto questo la gente non lo accetta come possibile, ho dovuto fare tanto per limitarmi, molte volte sono andato oltre ho lavorato su questo. Mi andrebbe che gli psicologi venissero meno sottovalutati, sono figure molto importanti per noi sportivi“.

In chiusura il campione serbo ha esplicitato il rammarico per non poter lavorare, fornendo peraltro indicazioni sul suo futuro ritiro, per poi analizzare la gestione delle emozioni per degli atleti professionisti: “Mi manca giocare a tennis e competere, sento che questa non sia la mia vita. Non mi manca troppo aver poco tempo per stare con la mia famiglia. Sinceramente sono grato di poter stare a casa, anche se questa situazione è pessima per tutto il mondo. Ritiro? Giocherò sino ai 50 anni. Emozionalmente molti atleti non riescono ad uscire dal fatto di sentirsi in colpa per qualcosa e credo che non ci sia una formula di successo per tutti. Federer è sempre molto calmo, così come Nadal è sempre molto dinamico, però noi tutti abbiamo un qualcosa che ci accomuna: una routine che aiuta a trovare una certa forza, necessaria a vincere poi le partite“.

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