Atletica

Rio 2016, Russia: resta la sopensione per l’atletica. A maggio ultimo treno per i Giochi

Elena Isinbayeva - Londra 2012 - Tab59 CC BY-SA 2.0

Non è un buon momento per le atlete e gli atleti russi. Dopo il caso Sharapova, oggi la notizia che il paese di Putin non ha superato i controlli antidoping. La strada verso Rio 2016 resta in salita per la Federazione russa di atletica sospesa lo scorso novembre al termine dell’inchiesta della commissione Wada che ha portato alla luce un vero e proprio doping di Stato. Il caso è stato discusso oggi, in occasione della 203esima riunione del Council meeting della Iaaf. Il rapporto presentato dalla taskforce incaricata di monitorare la situazione a Mosca è incoraggiante, qualcosa è migliorato ma non abbastanza da cancellare la sospensione.

Run Andersen, a capo della delegazione, ha riconosciuto che la Russia ha lavorato sulla prevenzione con programmi educativi sul fronte della lotta al doping e azzerando i vertici dell’atletica: “Ci sono stati progressi significativi, ma c’è ancora tanto lavoro da fare per soddisfare le condizioni necessarie per il reintegro. Abbiamo ancora bisogno di interrogare atleti e allenatori citati nel rapporto della Commissione Wada per capire lo scopo e la natura delle precedenti attività legate al doping”. Dunque, tutto rimandato a maggio sperando di fare in tempo per iscrivere i propri atleti ai Giochi di Rio.

Non c’è solo la Russia a rischio esclusione, ci sono anche altri cinque paesi vicini alla sospensione: si tratta di Etiopia, Marocco, Ucraina, Kenya e Bielorussia. I primi due devono implementare adeguati e attendibili test antidoping fuori e durante le competizioni, mentre Kenya, Ucraina e Bielorussia sono sotto osservazione. “Dovranno rafforzare il proprio regime antidoping e garantire che il loro percorso per conformarsi alle norme sia completato entro la fine dell’anno. Non ci sono sanzioni immediate, è solo un richiamo. Prenderemo in considerazione delle sanzioni se non si atterranno a quanto richiesto” ha concluso il presidente della Iaaf, Lord Sebastian Coe.

La reazione del ministro dello Sport, Vitaly Mutko, alla notizia della conferma del bando, non si è fatta attendere: Io di ostacoli insormontabili, tali da poter impedire che la questione si chiuda in maggio, non ne vedo“. Lo riferisce l’agenzia di stampa specializzata ‘R-Sport’. “Non si tratta di un problema così difficile da risolvere” ha minimizzato ancora il ministro, a detta del quale quelli di positività al doping emersi a suo tempo erano “casi individuali”. Mosca, ha concluso Mutko, chiede da tempo che “individuale” sia anche la responsabilità per l’assunzione di sostanze proibite.

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