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Paralimpiadi Pechino 2022, Bertagnolli oro, De Silvestro bronzo: l’Italia chiude a sette medaglie

Giacomo Bertagnolli
Giacomo Bertagnolli - Foto Luca Pagliaricci

Nell’ultima giornata di gare delle Paralimpiadi invernali di Pechino arrivano due medaglie per l’Italia, che sale così a quota 7 e supera il bottino di Pyeongchang, dove si fermò a cinque. Giacomo Bertagnolli, con guida Andrea Ravelli, dopo l’oro nella super combinata e gli argenti nel super G e nello slalom gigante, è andato a prendersi l’oro anche nello slalom di categoria vision impaired, chiudendo la sua avventura nel miglior modo possibile. Primi al termine della prima manche, i due azzurri sono stati bravi a gestire anche la seconda, chiudendo con il tempo complessivo di 1’26″82, +0″28 sugli austriaci e addirittura +9″40 sugli slovacchi. La seconda medaglia è arrivata con Renè De Silvestro nello slalom di categoria sitting. Terzo al termine della prima manche, lo sciatore di San Vito di Cadore è partito nella seconda con la voglia di recuperare. Un errore a ridosso del primo intermedio ha compromesso la corsa di De Silvestro verso l’oro ma non verso un podio meritatissimo. Alla fine, l’azzurro ha fatto registrare il crono di 1’38″44, terzo alle spalle del norvegese Jesper Pedersen e dell’olandese Niels de Langen.

 “Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, sia in partenza che in gara, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti. Ho riaccelerato e ho portato a casa il successo ma è stata comunque tosta”. Giacomo Bertagnolli racconta così l’oro conquistato alle Paralimpiadi invernali di Pechino nello slalom di categoria vision impaired, con guida Andrea Ravelli. “Ci tenevo tanto, oggi avevo un obiettivo, quello di superare le medaglie di PyeongChang, non nel numero ma nel metallo – continua il portabandiera azzurro – Non era facile realizzarlo ma gara dopo gara, medaglia dopo medaglia ho continuato a dare il massimo. Se non avessi avuto questo obiettivo non avrei preso tanti rischi per portare a casa l’oro, che non è mai una cosa facile. La pista di oggi era molto difficile, con angoli impressionanti che hanno reso la vita complicata sia a me che ad Andrea. La dedica di oggi? A me e Andrea, che è stato sempre al top e non ha mai sbagliato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro entrambi e questo ci dà una ulteriore carica in vista di Milano Cortina”.

“Avevamo 6 decimi di vantaggio su Aigner ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa, per questo siamo scesi senza ragionare troppo – osserva Andrea Ravelli – era difficile eguagliare i risultati fatti a PyeongChang, abbiamo lavorato tanto e ce l’abbiamo fatta. Sono tre anni che lavoriamo insieme e da subito ci siamo trovati molto bene. C’è da lavorare tanto per tenere alta l’asticella e gli obiettivi ma oggi siamo molto soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare”. 

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