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L’Italia comincia a correre verso l’Olimpiade di Pyeongchang. E lo fa con Arianna Fontana che il nove febbraio sventolerà il tricolore nella cerimonia inaugurale dei XXIII Giochi Olimpici invernali. “Sono davvero senza parole, è un’emozione grandissima, sto ancora tremando. Non vedo l’ora di sventolare il tricolore davanti a tutti i miei colleghi. Sarà sicuramente un’esperienza fantastica” le prime parole della ventisettenne di Sondrio. Una scelta totalmente condivisa dal Consiglio Nazionale del Coni che le ha riservato un minuto di standing ovation. E pazienza se le gare di short track cominceranno subito dopo la cerimonia inaugurale: “Non sono preoccupata, Sono sicura che riuscirò a recuperare le energie, di solito le gare sono sempre nel pomeriggio se non la sera: mi farò una bella dormita”. Dopo Federica Pellegrini, a Rio 2016, ancora una donna rappresenterà l’Italia nel palcoscenico più importante e suggestivo: “Spero che la mia nomina come portabandiera dopo Federica Pellegrini sia un segnale importante per le donne, faccia sentire tutte più forti visto quello che ancora succede nel mondo. Senza noi donne gli uomini sarebbero persi”. Arianna a Sochi ha rappresentato il 37,5% delle medaglie portate a casa dalla delegazione azzurra, ma la Fontana non si vuole accontentare e rilancia: “Il mio obiettivo in Corea è raggiungere la finale in tutte le distanze: a Sochi ne ho fatte tre su quattro, stavolta spero di fare l’en-plein”.
“Arianna Fontana è una ragazza acqua e sapone, semplice, con un bel caratterino. La portabandiera doveva essere lei ed è giusto che sia lei, perché noi siamo onesti nel rispettare la storia: Arianna ha vinto cinque medaglie olimpiche ed la più giovane medagliata olimpica ai Giochi invernali” annuncia con tono orgoglioso il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il numero uno dello sport italiano prosegue nel suo discorso: “È la vittoria dello short track, che non ha mai avuto un portabandiera alle Olimpiadi nel mondo: Arianna ne è la testimonial perfetta. È anche la vittoria della Valtellina, una meravigliosa zona dell’Italia dove deve esserci una genetica buona. E poi è la vittoria dell’Italia: grazie Arianna”.
Un giorno storico anche per la Federazione italiana sport del ghiaccio ed il presidente Andrea Gios non nasconde l’emozione: “È una occasione importantissima per far conoscere questo sport imperdibile che richiede dinamismo, intelligenza tattica visto che si decide in pochi centesimi di secondi. Tutte doti sono riassunte in Arianna che rappresenta il prototipo italiano, un portabandiera che onora lo sport italiano e la nostra federazione”.
Poco più di tre mesi all’inizio delle Olimpiadi, Arianna però è già concentrata sulle gare senza pensare alla questione politica: “Sono molto tranquilla, riguardo la situazione in Corea del Nord. Quando entri nel villaggio Olimpico entri in una bolla, quello che succede fuori non ci tocca”. Dopo i Giochi Olimpici di Sochi, nel 2014, l’azzurra ha staccato per prendersi una pausa: ha ritenuto opportuno ricaricare le pile in vista delle stagioni successive. Adesso però è pronta a correre verso Pyeongchang. Con un tricolore in mano.