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Una Serie A ad otto sorelle? Con questo Vlahovic è tutto possibile

Dusan Vlahovic - Foto Antonio Fraioli

Agosto 2020: la Fiorentina vince due partite consecutive in Serie A e non sa ancora che dovrà aspettare più di un anno per ripetere la stessa striscia. Precisamente, l’11 settembre 2021 quando Dusan Vlahovic decide che è il momento di incrinare definitivamente le certezze dell’Atalanta di Gasperini e di tornare a far leggere il nome della Fiorentina nell’elenco del calcio che conta. Al Gewiss Stadium sostanzialmente succede di tutto: tre rigori, tre var, tante proteste. L’Atalanta tiene il campo, la Fiorentina gioca di rimessa ma alla fine del primo tempo le statistiche sono eloquenti: un tiro in 45’, zero conclusioni nello specchio. Quelle finali ancora più inquietanti per i bergamaschi che nelle ultime tre apparizioni casalinghe non hanno mai segnato su azione. Tante le assenze: de Roon è ancora squalificato, Hateboer continua ad essere ai box, Muriel è fermo. In compenso, c’è Zapata che non è al meglio ma ingaggia un duello fisico con Milenkovic. La copertina però è di Dusan Vlahovic, che con i due gol su rigore di oggi si piazza tra i sei giocatori ad aver trovato almeno 20 gol nel 2021 nei primi 5 campionati europei con Lewandowski, Messi, André Silva, Haaland e Mbappé.

L’Atalanta si sveglia tardi. Ma dal 54’ inizia ad affacciarsi sempre con più pericolosità: Malinovskyi inventa per Zapata ma Terracciano nega il gol all’attaccante con un grande intervento. Al 64’ c’è un rigore anche per l’Atalanta: Callejon entra in ritardo su Gosens e Zapata dal dischetto spiazza Terracciano. Ma non basta. Non contro una Fiorentina che può permettersi il lusso di far entrare in campo Castrovilli e Gonzalez nel finale di gara. Arriva la seconda vittoria consecutiva che mancava da un anno. Ma soprattutto arrivano le certezze e l’autostima mancate nella scorsa stagione. Una Serie A ad otto sorelle ora non è più impossibile, nonostante la lotta salvezza degli ultimi anni. Ma in fondo anche nel 1996 la squadra di Ranieri si piazzò al quarto posto, due anni dopo la promozione in A. C’era Batistuta per sognare. Oggi c’è Vlahovic, che a 21 anni ha già 30 gol in Serie A. Ingredienti per sognare, per una piazza che ne ha un gran bisogno.

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