Serie A

Ripartire dopo l’Ilicic show. Milan, un Mandzukic in più per un 2021 da sogno

Stefano Pioli - Foto Antonio Fraioli

Per tracciare un paragone tra il Milan campione d’inverno 2021 e il Milan campione d’inverno 2011, il gennaio della squadra di Pioli può per certi versi ricordare quello di dieci anni fa quando la squadra di Allegri inciampò tre volte (Roma, Udine, Lecce) prima di ripartire e non fermarsi più verso il tricolore. Nelle ultime quattro giornate, il Milan è caduto due volte e solo in due scontri diretti: Juventus prima, Atalanta poi. La disfatta contro gli uomini di Gasperini arriva a quasi un anno di distanza da quel 5-0 del Gewiss Stadium. Nel 2019 arrivò la scossa. Ora Pioli dovrà stare attento a non subire l’effetto opposto dopo lo show di Ilicic che forse per primo ha messo in discussione un Milan comunque costretto a fare a meno di tanti giocatori. Per una sola vittoria, non ha eguagliato il suo miglior girone d’andata di un campionato di Serie A a 20 squadre in termini di tre punti ottenuti: 14 nel 1950-51. Ma di record ne sono stati già battuti. La squadra di Pioli è andata in gol per 18 trasferte di fila in campionato e solo una volta ha fatto meglio nella sua storia in Serie A con una serie di 19 gare esterne tra marzo 1992 e aprile 1993. Negli ottantotto campionati di Serie A, a partire dal girone unico, la squadra campione d’inverno ha conquistato lo Scudetto al termine del campionato con una percentuale pari al 67%. 

Nel girone di andata il Milan ha saputo reggere l’urto anche con l’assenza di Ibrahimovic. Lo svedese è a due sole reti dal raggiungere quota 500 gol in carriera con i club ma il regalo in anticipo più bello per il traguardo glielo ha fatto il club. Senza di lui, sono arrivati diciassette punti in otto partite. E senza di lui, sono andati in gol nove calciatori diversi in altrettante partite (Romagnoli, Kessie, Castillejo, Theo, Calabria, Kalulu, Leao, Saelemaekers, Rebic). Ma i numeri non mentono: dodici gol in nove partite. Determinante sì. Ma non provvidenziale. Perché il Milan non ha un solo trascinatore ma un gruppo che sa trascinare i singoli esaltandoli. E sul mercato è arrivato anche Mario Mandzukic, ufficialmente vice Ibra ma di fatto capace di svariare lungo l’intero fronte d’attacco e in situazioni di gioco diverse. L’uomo che mancava per aggiungere un ulteriore salto di qualità e mentalità di una delle squadre più giovani d’Europa.

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