Serie A

Milan, Fassone: “Li ha versato i 32 milioni, ma instabilità preoccupa il tifoso. Bonucci resta”

Stadio Meazza, curva Sud Milan
La curva del Milan a San Siro

Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha parlato su Facebook ai tifosi rispondendo a varie domande. Il dirigente rossonero ha così potuto fare chiarezza su vari aspetti societari e sulla situazione del mercato, oltre che ovviamente sulla sentenza Uefa che ha escluso il Milan dalle coppe europee per un anno.

LA SENTENZA UEFA “E’ un verdetto che a noi sembra ingiusto: abbiamo presentato dei piani triennali mirati a dimostrare che le perdite non saranno quelle dell’ultimo anno. Mi auguro che di fronte al TAS riusciremo a dimostrarlo, non so che percentuali potrei dare”.

IL MERCATO – “Ho letto anche io sui giornali che uno dei grandi desideri che con un proprietario nuovo arrivassero denari da spendere sul mercato. Non è così, noi abbiamo in cassa già i soldi per investire sul mercato, ma quello con cui dobbiamo ragionare sono i limiti del Fair Play Finanziario. Il bilanciamento tra entrare e uscite deve essere più o meno paritario. Nessuno è venuto da noi a chiedere di andare via. I giocatori devono essere totalmente convinti di rimanere, mi auguro non succeda”.

L’OBIETTIVO PER LA PROSSIMA STAGIONE – “La squadra che noi vorremmo costruire dovrà essere un po’ più forte di quella dell’anno scorso. Mirabelli e Gattuso hanno le idee molto chiare, mi hanno già portato la lista dei giocatori in entrata e dei giocatori in uscita. Massimiliano ci sta lavorando ed è avanti nei negoziati in alcuni casi, indietro in altri. Il Milan non aspetta che accada qualcosa, cerchiamo di andare avanti con la stessa voglia e di progredire”.

LA SITUAZIONE SOCIETARIA – “Io faccio l’ad del Mlan, me ne curo 24 ore al giorno, ma ci sono cose che passano sopra la mia testa e i discorsi degli azionisti spesso li leggo dai giornali. Si torna sempre lì, quello che leggiamo quasi quotidianamente riporta l’interesse del tifoso su chi sarà il proprietario della società. Fa parte della nostra cultura, dove siamo abituati a stabilità nel tempo, a proprietà addirittura secolari. Pensare che ci siano proprietà meno stabili mette un po’ di agitazione. Quello che è importante per noi che gestiamo il club è che sia il club ad essere solido”.

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