Il settimanale appuntamento con i 5 top ed i 5 flop dell’ultima giornata di campionato di serie A.
Top
5° – Claudio Marchisio
Entra di diritto nella nostra classifica, non tanto per i 14 minuti di gioco disputati ieri contro il Palermo, ma per una stagione – l’ennesima – giocata ad alti livelli. Ieri il ginocchio ha fatto crack e la Nazionale di Conte perde una pedina fondamentale in vista del prossimo campionato europeo. Non ci resta che augurare al Principino una buona guarigione. Sfortunato.
4° – Cristian Brocchi
Inizia lì dove aveva finito la sua carriera da calciatore nel 2013: Stadio “Luigi Ferraris” di Genova. A tre anni di distanza, Cristian Brocchi inizia quella da allenatore sulla panchina dei rossoneri del Milan. Buona la prima. Ora avrà a disposizione 6 partite, tra le quali spicca la finale di Coppa Italia contro la Juve, per meritarsi la riconferma. Sotto esame.
[the_ad id=”10725″]
3° – Josip Ilicic
Record di goal (13) nel campionato italiano per il forte centrocampista sloveno. Ieri, la bacheca personale del calciatore viola si è impreziosita di una nuova perla, grazie alla splendida rete realizzata contro il Sassuolo. E’ lui il vero trascinatore della Fiorentina che farà di tutto per trattenerlo in Toscana anche nella prossima stagione. Leader.
2° – Mauro Icardi
Di gran lunga la migliore prestazione personale nel campionato in corso per il capitano nerazzurro, autore di un goal e di un assist nella vittoria dell’Inter contro il Napoli. Molto discusso dai media durante l’intera stagione, Maurito ha risposto sul campo siglando ben 15 reti in campionato e confermandosi elemento fondamentale per la sua squadra. Bomber.
1° – Marco Borriello
Era da tanto tempo che il numero 22 dell’Atalanta non viveva un pomeriggio così. Ultimamente era acclamato dai tifosi più per le sue conquiste fuori dal campo, che per le prestazioni nel rettangolo verde. Ieri finalmente la rinascita con una super doppietta ai danni della Roma e una performance di alto profilo tecnico e agonistico. Revenant.
FLOP
5° – Udinese – Chievo Verona
Si continua a dire che la serie A deve al più presto tornare ai fasti di un tempo per attirare i network di tutto il mondo ad investire nel nostro campionato. Basta riguardare il match tra Udinese e Chievo per capire che si tratta di pura utopia. Capiamo che la posta in palio sia alta, ma è impensabile di competere con altri campionati se lo “spettacolo” messo in campo, sia come quello offerto ieri al “Dacia Stadium”. Ha vinto la noia.
4° – Hellas Verona
Stagione amarissima per gli scaligeri, che ieri hanno definitivamente alzato bandiera bianca dopo la sconfitta casalinga contro il Frosinone. Dall’inizio alla fine sempre in ultima posizione. Speriamo almeno che la retrocessione in serie B possa servire da lezione per il presidente Setti, reo nelle ultime tre stagioni di aver smantellato la squadra in ogni sessione di mercato disponibile. Chi sbaglia, paga.
3° – Andrea Consigli
Siamo convinti che nella scorsa notte il portiere del Sassuolo, Andrea Consigli, abbia avuto parecchie difficoltà a chiudere occhio dopo il clamoroso errore commesso durante la partita contro la Fiorentina. Autogol di fattura fantozziana, che ricorda quello siglato da Padelli nella scorsa stagione. Paperissima.
2° – Edin Dzeko
Era il 6 agosto scorso, quando Edin Dzeko sbarcò all’aeroporto di Fiumicino, accolto come una super star da oltre 4mila tifosi romanisti. Oggi, a 8 mesi di distanza, gli stessi 4mila supporters sono pronti a riaccompagnare il bosniaco in aeroporto per rispedirlo a Manchester. La fantasia del popolo romanista è nota, e sul web si ironizza molto sulle capacità tecniche di Dzeko, colpevole di aver deluso le grandi aspettative riposte in lui. Luther Blissett docet.
1° – James Pallotta
Il patron americano della Roma è l’artefice dell’assurda situazione che si è venuta a creare in casa giallorossa tra il tecnico Spalletti e il capitano Francesco Totti. Ieri l’ultimo capitolo di una storia imbarazzante che rischia di far sprofondare la squadra in questo finale di campionato, e di infangare la figura mitologica del numero 10 giallorosso. Pallotta doveva garantire serenità all’ambiente prendendo una presa di posizione nella vicenda. Ciò non è accaduto. Wake up, James.