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L’invasione marocchina spaventa Luis Enrique: Doha come Rabat agli ottavi

Luis Enrique Spagna
Luis Enrique - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

L’unica consolazione per la Spagna è che per motivi cromatici la netta maggioranza dei tifosi del Marocco sugli spalti dell’Education City Stadium si noterà poco. Quel che è certo, però, è che la Nazionale di Luis Enrique è destinata a giocare l’ottavo di finale del Mondiale in Qatar in una bolgia avversa. Con una capienza di 47.000 spettatori, lo stadio ospiterà in base alle previsioni Fifa circa 25.000 tifosi marocchini e solo 5.000 spagnoli, mentre il resto dei biglietti è nelle mani del pubblico neutrale di casa, che fin qui ha guardato con simpatia alla Spagna, ma che potrebbe volgere il suo tifo all’ultima selezione araba rimasta in corsa. Insomma, il Marocco si prepara a giocare in casa una partita che può essere storica per entrambe. Luis Enrique in conferenza stampa minimizza: “Mi ricorda la partita degli ottavi di finale di Euro 2020 a Copenaghen. C’erano il triplo dei croati. Ci piace che lo stadio sia pieno e che ci siano molti marocchini, con i quali andiamo molto d’accordo. Ma anche i 5.000 spagnoli faranno rumore”. La Spagna, mix di veterani e giovanissimi, si affida ai leader di mille battaglie. Busquets su tutti, ma anche Jordi Alba e Morata, che contro il Marocco insegue il terzo gol di un torneo che l’ha visto partire in sordina. L’ex Juventus si è ripreso la maglia da titolare e a fargli posto stavolta dovrebbe essere Ferran Torres. Non si tocca il terzetto di centrocampo tutto blaugrana con Gavi e Pedri ai lati di Busquets. In difesa spazio a Rodri con Laporte.

Non manca l’esperienza al Marocco. Fin qui la scena se la sono presa quattro giocatori: Aguerd e Hakimi in difesa, Amrabat a centrocampo e Ziyech sul fronte offensivo. Fin qui l’unico gol incassato dal Marocco è un autogol e Bounou vuole regalarsi un’altra prova inviolata in quella che è la sua partita dopo una vita in Spagna. Regragui cura ogni dettaglio – calci piazzati inclusi (chiedere a Courtois) – ma non cambia l’ossatura della squadra. Una chance dal 1′ però la cerca il doriano Sabiri, che può dare quell’imprevedibilità che resta confinata sui piedi del solo Ziyech. Poi Boufal ed En Nesyri sono chiamati a fare il resto in un reparto offensivo che può determinare l’addio o meno di Luis Enrique dalla panchina della Spagna. Il Ct non ha ancora chiarito quale sarà il suo futuro, ma intanto emerge il profilo di Marcelino come possibile successore. Stile e bagaglio calcistico diverso, con qualche diretta Twitch in meno.

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