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NBA Playoff 2019: Houston gioca da squadra e accorcia sul 2-1, Harden ne mette 41

James Harden, Houston Rockets 2018-2019 - Foto Profilo FB Houston Rockets

La notte italiana di domenica 5 maggio ha visto in scena lo svolgersi di una partita dei playoff NBA 2019. A discapito di quanto possano suscitare i 41 punti di James Harden, è stata una vittoria di squadra quella dei Rockets in gara-3: tutti, da Gordon a Paul, da Capela a Tucker e da Rivers a Shumpert hanno dato il proprio contributo, in una vittoria alla fin dei conti sudata ma meritata. I Warriors sono comunque riusciti a portare il tutto all’overtime, dove a conti fatti non sono bastati 46 punti di Kevin Durant e prestazioni di sublime intelligenza da parte di Green e Iguodala: a Golden State stanotte è mancato totalmente l’apporto di Curry e Thompson, ma essersela giocata anche con le loro prestazioni sotto la media è probabilmente l’unica consolazione di questa gara-3 persa.

I RISULTATI

IL TABELLONE

 

Houston Rockets-Golden State Warriors 126-121 OT (Warriors in vantaggio 2-1, HIGHLIGHTS)

Se c’è un modo in cui doveva concludersi la stagione degli Houston Rockets, era un isolamento in punta di James Harden seguito da un suo step-back da tre punti. È stata la giocata chiave di tutta l’annata dei texani e lo è stata anche questa notte in gara-3 contro i Golden State Warriors, con il Barba che è riuscito a mandare a segno il suo caratteristico tiro a 49 secondi dalla fine, portando i suoi da +3 a +6. Dopo tre tiri liberi mandati a segno di Kevin Durant, Harden ha poi segnato un altro floater in avvicinamento (l’altro tiro chiave della sua stagione), mentre Steph Curry tutto solo ha sbagliato la schiacciata del possibile -3 che di fatto ha chiuso il supplementare. Rockets e Warriors hanno dato vita a una partita intensissima e tesissima, che i texani hanno controllato per gran parte dei due quarti centrali prima di essere tramortiti da 10 punti in fila di Kevin Durant nei primi due minuti dell’ultimo quarto. Da lì in poi ne è nata una frazione piena di avvicendamenti nella guida del punteggio e di tensione più che di grandi giocate, con le due squadre che hanno sbagliato nove delle ultime dieci conclusioni (unico a segno Andre Iguodala da tre punti) fino all’ultimo possesso, con Chris Paul costretto a una palla a due da Klay Thompson a 1.5 secondi dalla fine. La contesta vinta dal numero 3 di Houston ha visto il pallone finire lontano dai compagni mentre il cronometro è andato a zero, dando vita a un supplementare in cui Harden ha segnato 7 dei suoi 41 punti finali, a cui ha aggiunto anche 9 rimbalzi e 6 assist con 14 su 32 dal campo, 5 su 13 da tre punti e 8 su 8 ai liberi. Ad accompagnarlo per una volta non c’è Chris Paul (14 punti, 8 rimbalzi e 7 assist) quanto uno strepitoso Eric Gordon, capace di segnare 7 delle 14 triple tentate per 30 punti finali. Oltre a un ritrovato Clint Capela (13+11 in 35 minuti), da segnalare un P.J. Tucker commovente, non tanto nelle cifre sul tabellino (7 punti e 13 rimbalzi) quanto nell’abnegazione e nel tempismo delle giocate, arrivate sempre nel momento del bisogno per i suoi. Tucker e Capela sono stati particolarmente importanti a rimbalzo d’attacco, catturandone 10 dei 17 dei Rockets sotto il tabellone degli Warriors, dopo i 13 raccolti nelle due partite della Oracle Arena messe assieme.

Se gli Warriors sono arrivati a giocarsela al supplementare è per un solo motivo: Kevin Durant. Il due volte MVP delle Finals ha regalato un’altra prestazione magistrale, chiudendo con 46 punti (14 su 31 dal campo, 6 su 10 da tre, 12 su 12 ai liberi) e dando la fortissima impressione di essere ancora lui il miglior giocatore del mondo, specialmente in quei furiosi 10 punti consecutivi per aprire l’ultimo quarto. Quello che è mancato, piuttosto, è il supporto dei suoi compagni di squadra: gli altri quattro membri del quintetto hanno tutti chiuso in doppia cifra, ma sia Steph Curry (17 punti, con due errori gravi al ferro nel supplementare) che Klay Thompson (16) hanno tirato male, combinando per 13 su 39 dal campo e 4 su 15 dalla lunga distanza. Le loro serate storte unite ai soli 7 punti realizzati dall’intera panchina hanno finito per sprecare sia la grande prova offensiva di Andre Iguodala (16 punti con 3 su 4 da tre di cui una a 45 secondi dalla fine dei regolamentari per il +2) e, soprattutto, la tripla-doppia da 19 punti, 11 rimbalzi e 10 assist di Draymond Green. È la prima volta di sempre che Green va in tripla-doppia e gli Warriors non vincono, sporcando un record immacolato di 27-0 prima di questa partita, anche se Steve Kerr ha ammesso la sconfitta senza recriminazioni: “Ci sono stati superiori: Houston ha giocato davvero bene e ha meritato la vittoria”. Ora bisognerà di nuovo tornare in campo per portarsi sul 3-1 e chiudere i conti in California, altrimenti sarà 2-2 e la serie sarà di nuovo aperta.

Prossima partita: martedì notte, al Toyota Center di Houston per Gara 4.

 

Tutti i risultati di domenica 5 maggio:

Houston Rockets-Golden State Warriors 126-121 OT

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