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NBA Playoff 2019: Durant e White trascinano Warriors e Spurs, i Sixers stendono i Nets grazie al duo Simmons-Harris

Kevin Durant, Golden State Warriors 2018-2019 - Foto Profilo FB Golden State Warriors

La notte italiana di venerdì 19 aprile ha visto in scena lo svolgersi di tre partite dei playoff NBA 2019. Prestazione da campioni per i Golden State Warriors che senza alcuna pressione triturano a domicilio in gara 3 i Clippers grazie a un eccellente Kevin Durant da 38 punti, il quale si è definitivamente messo alle spalle il caso Beverley. Nella gara 3 tra Spurs e Nuggets nasce una stella di cui da oggi bisognerà parlare meglio e maggiormente: Derrick White tiene Jamal Murray a 6 punti e, dalla sua, mette a referto 36 punti con 15 su 21 dal campo. Infine i Sixers privi di Embiid trovano al Barclays Center un duo Simmons-Harris letteralmente perfetto (31 punti con 11 su 13 dal campo il primo  e 29 punti con 16 rimbalzi e 6 triple per il secondo) che scioglie ogni tensione tra gli uomini di coach Brown.

I RISULTATI

IL TABELLONE

 

Los Angeles Clippers-Golden State Warriors 105-132 (Warriors in vantaggio 2-1, HIGHLIGHTS)

Stavolta non c’è Patrick Beverley che tenga: Kevin Durant ha già 12 punti dopo solo 7 minuti del primo quarto con 5 su 5 al tiro, rispondendo così alle polemiche della vigilia sul suo duello personale nella serie con la guardia dei Clippers. Calda la mano di KD, calda anche quella di Steph Curry, che si accende quando il suo compagno va in panchina per il primo riposo e a sua volta mette a tabellino 13 punti nella sola prima frazione. I Clippers sono storditi dall’avvio lanciato dei campioni in carica, che chiudono la prima frazione sul 24-41, con Gallinari a zero punti e l’unica nota positiva che arriva dagli 8 punti dalla panchina di JaMychal Green. Golden State non solleva il piede dall’acceleratore neppure nel secondo quarto e quando Klay Thompson mette in fila 7 punti in fila il vantaggio raggiunge anche il +24 sul 34-58. L.A. prova a restare in partita, ancora coi canestri di Green (va all’intervallo con 13 sul suo boxscore) e con Montrezl Harrell, ma sono tutti di Durant gli ultimi 11 punti del quarto per gli Warriors, che vanno all’intervallo sul 52-73 grazie ai 27 punti con 10 su 15 al tiro del loro numero 35 e ai 15 con soli 7 tiri (ma 3 su 3 dall’arco) di Steph Curry. Non va meglio in uscita dagli spogliatoi per i padroni di casa, che incassano uno 0-14 di parziale nella prima metà del terzo quarto che porta il vantaggio di Golden State addirittura sul +31 (57-88), con 53 degli 88 punti di squadra segnati dalla coppia Durant (32) e Curry (21 con 4 su 5 da tre). Due triple consecutive ancora di Durant portano il gap sul +33 per gli ospiti: il terzo quarto termina con gli ospiti che tirando oltre il 56% dal campo e sfiorando il 45% da tre punti (13 su 29), per poi toccare il massimo vantaggio sul 79-115 in un ultimo periodo assolutamente insignificante ai fini del risultato, con le panchine che si svuotano in attesa della sirena finale. Sono 38 i punti in neanche 30 minuti per Kevin Durant alla fine, con 23 tiri (sopra la media di 17.7 tenuta in stagione, ma soprattutto quasi il doppio rispetto ai 12 di media tenuti nelle prime due gare) mentre 21 con 7 su 11 dal campo e 4 su 6 da tre li aggiunge Steph Curry: coach Kerr ha anche 15 punti con 5 su 6 al tiro dalla panchina da Andre Iguodala e un Andrew Bogut che da centro titolare sfiora la doppia-doppia con 8 punti e ben 14 rimbalzi. Rimbalzi che arrivano come conseguenza dei tanti errori al tiro dei Clippers, con percentuali tragiche da parte di tutti i titolari: chiude solo con 2 su 13 dal campo e 9 punti (ma anche 6 rimbalzi e 3 assist) Danilo Gallinari, che nonostante il 43.3% dall’arco in stagione in gara-3 non trova neppure un canestro da tre punti (0 su 8 per lui alla fine). Solo Ivica Zubac tra i titolari (18 punti con 8 su 12 al tiro collezionati però soprattutto nell’ultimo quarto) e Montrezl Harrell e JaMychal Green con 15 punti a testa, più il solito Lou Williams a quota 16 ma con 4 su 11 al tiro, danno segni di vita dalla panchina. I campioni in carica mandano un messaggio ai Clippers e si riprendono il vantaggio del fattore campo.

Prossima partita: domenica sera, allo Staples Center di Los Angeles per Gara 4.

San Antonio Spurs-Denver Nuggets 118-108 (Spurs in vantaggio 2-1, HIGHLIGHTS)

Nella serie più combattuta ed equilibrata del primo turno playoff, spunta fuori un nuovo protagonista. Quello che dal nulla, o quasi, regala a San Antonio il secondo successo, nella prima all’AT&T Center ai playoff. Derrick White gioca una gara al limite della perfezione, segna 26 punti nel primo tempo (terza prestazione all-time in maglia Spurs dietro i soli Tim Duncan e Tony Parker ai playoff) e 36 totali, ritoccando di molto a rialzo il suo massimo in carriera e mettendo alle corde in difesa quel Jamal Murray che in gara-2 era risultato decisivo nel finale. Dopo il quarto periodo da 21 punti che ha tenuto sostanzialmente in vita i Nuggets regalando alla squadra del Colorado un successo insperato, il numero 27 di Denver si ferma a quota sei punti: altra grande vittoria difensiva nella partita di White, che tira 15 su 21 dal campo e aggiunge anche 5 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi. Alla sirena finale il suo plus/minus in 33 minuti è di +30 in una gara vinta di dieci lunghezze: sì, non è un’esagerazione dire che gli Spurs l’hanno vinta grazie a lui. Tutto il quintetto dei nero-argento al suo fianco chiude in doppia cifra, con 25 punti di DeMar DeRozan e 18 con 11 rimbalzi di LaMarcus Aldridge. Dalla panchina il puntello è un Rudy Gay da 11 punti, mentre il nostro Marco Belinelli segna un paio di triple nei 17 minuti che coach Popovich gli concede. “Non è una questione di trucchi o espedienti mentali. Non ho fatto nessun test psicologico prima della gara o provocazione. È il loro lavoro: sono pagati per scendere in campo e giocare al meglio, cercando in tutti i modi di vincere. Sia per noi che per i Nuggets, è uno sport basato sulla competizione: questo è l’unico schema mentale che conosco. Non è molto difficile da immaginare”. Sì, soprattutto dopo una vittoria così importante, meglio lasciare in pace il più possibile coach Popovich.

Dall’altra parte, dopo meno di una settimana di playoff, i Nuggets si ritrovano già con le spalle al muro. “Non ho alcun dubbio nell’affermare che Derrick White, negli ultimi due giorni, si sarà più volte fermato a ragionare sulla performance di Murray nel quarto periodo di gara-2” , sottolinea coach Malone. “Lui è sceso in campo affamato come se non avesse mangiato più nulla nelle ultime 48 ore. Era scatenato e ha lanciato un messaggio molto chiaro sin dalla palla a due. Adesso sono ansioso di vedere come reagiranno i nostri ragazzi, come risponderanno a questo secondo colpo subito”. Il migliore, almeno in attacco, è come sempre Nikola Jokic – autore di 22 punti, 8 rimbalzi e 7 assist. “Loro sono stati molto abili nell’attaccare l’area, hanno continuato a banchettare nel pitturato. Non è soltanto un problema degli esterni che si sono fatti battere dal palleggio, ma anche dei lunghi che non hanno protetto bene il ferro. Dobbiamo imparare a essere più disciplinati e pazienti”, sottolinea di lungo serbo. Il tempo però stringe e contro questi Spurs non è più concesso fare dei passi falsi.

Prossima partita: sabato notte, all’AT&T Center di San Antonio per Gara 4.

Brooklyn Nets-Philadelphia 76ers 115-131 (Sixers in vantaggio 2-1, HIGHLIGHTS)

La risposta alle provocazioni, alle parole e ai cartelli ironici Ben Simmons l’ha data sul parquet, guidando Philadelphia al successo che ridà il vantaggio del fattore campo ai Sixers, nonostante l’assenza di Joel Embiid. Il lungo camerunense, ancora alle prese con i problemi al ginocchio, resta a guardare i compagni dalla panchina per la quindicesima volta nelle 25 gare post All-Star Game, limitato a soli 45 minuti complessivi nei primi tre atti della serie. Al suo posto in quintetto c’è Greg Monroe, mentre a farne le veci in quanto a leadership e canestri in area ci pensa il numero 25 australiano a sbarazzarsi di Brooklyn: massimo in carriera ai playoff da 31 punti per Simmons, tirando 11 su 13 dal campo nonostante la difesa dei Nets cercasse di togliergli invano qualsiasi tipo di conclusione al ferro. I padroni di casa le prova tutte, ma a ogni raddoppio fa subito seguito un assist (nove alla sirena finale), molti dei quali indirizzati ad armare la mano di un sontuoso Tobias Harris da 29 punti, 16 rimbalzi e 6 su 6 dalla lunga distanza (tutti massimi in carriera ai playoff) e quella del solito J.J. Redick da 26 punti e cinque bersagli pesanti. “Abbiamo i giocatori e il talento per vincere in casa o in trasferta, in qualsiasi circostanza e potendo trovare soluzioni e rimedi a qualsiasi assenza”, ripete Simmons a fine partita, senza rispondere alle provocazioni della vigilia di Jared Dudley. Il combinato disposto di gioco in area e quello perimetrale è letale per Brooklyn, nonostante la partenza sia promettente. La prima partita casalinga ai playoff dopo quattro anni d’astinenza dà grande energia al Barclays Center, che resta ammutolito nei quattro minuti e mezzo d’astinenza a fine primo quarto. Quelli danno il via alla fuga dei Sixers, che trova più volte la doppia cifra di vantaggio nella mezz’ora successiva di gara: “Senza Embiid sapevamo di non aver tempo da perdere: dovevamo partire forte e farci trovare pronti”, dice Harris. Missione compiuta.

Brooklyn resta a galla per buona parte della sfida, trascinata dai 26 punti a testa di D’Angelo Russell e Caris LeVert, con il secondo autore di ben 19 punti nel solo secondo quarto. I canestri del secondo tengono a contatto i Nets nel primo tempo, mentre nel terzo quarto i Sixers scavano di nuovo il solco. L’ultimo parziale in favore dei padroni di casa li riporta a -6 (nonostante il 20% scarso dall’arco di squadra, 8 su 39 complessivo), con coach Kenny Atkinson che a quel punto, a meno di quattro minuti dalla sirena, chiede ai suoi di fare fallo sistematico su Simmons, cercando di recuperare e al tempo stesso mettere in difficoltà l’All-Star avversario. I primi due liberi non trovano il fondo della retina, i successivi quattro sì. Con buona pace dei Nets, che adesso dovranno trovare un nuovo bersaglio contro cui puntare le proprie provocazioni. Con Ben Simmons i cartelli, le dichiarazioni e le frasi di sfida non sembrano avere grande effetto. Anzi.

Prossima partita: domenica sera, al Barclays Center di Brooklyn per Gara 4.

 

Tutti i risultati di venerdì 19 aprile:

Los Angeles Clippers-Golden State Warriors 105-132

San Antonio Spurs-Denver Nuggets 118-108

Brooklyn Nets-Philadelphia 76ers 115-131

 

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