Mondiali Budapest 2017

Nuoto, Mondiali Budapest 2017: Martinenghi fuori nei 100 rana, la 4×100 squalificata

Nicolò Martinenghi - Foto Sportface

Prima giornata agrodolce in corsia per i colori azzurri nei Mondiali di nuoto di Budapest 2017. Subito dopo la grande gioia con il bronzo di Gabriele Detti per l’Italia del nuoto c’è poco da esultare. Un pizzico di delusione per Ilaria Bianchi che manca l’accesso alla finale dei 100 farfalla che pareva alla sua portata. Troppo alto, per sua stessa ammissione, il crono di 31” per la vasca di ritorno e un 57”95 che la relega all’undicesimo posto. “Mi sono inchiodata, mi è capitato anche altre volte di irrigidirmi per la foga di arrivare. Potevo fare meglio”, ha detto ai microfoni Rai in zona mista. Dà il massimo ma non basta Piero Codia nei 50 farfalla maschile, secondo degli esclusi con 23”41: occorreva nuotare con il tempo del record italiano per rientrare negli otto finalisti. A lasciar l’amaro in bocca è però l’eliminazione di Nicolò Martinenghi nei 100 rana: l’azzurro parte bene ma si spegne nell’ultimi 20 metri, toccando a 59”41: un settimo posto nella batteria che sa tanto di beffa, primo degli esclusi dalla finale. “Le sensazioni non erano buone dal primo metro, stamattina ero in condizioni migliori rispetto a questa sera. Non è un tempo da buttare ma posso fare molto di più”, ha dichiarato a caldo. Amaro in bocca lasciato anche dalla staffetta 4×100 maschile, addirittura squalificata per il cambio tra Dotto e Vendrame. Gli azzurri avevano comunque chiuso lontani dal podio, sesti al tocco di Magnini nell’ultima frazione: l’oro va agli Stati Uniti che resistono all’assalto del Brasile, bronzo sorprendente per l’Ungheria che vale la prima medaglia per il Paese organizzatore.

LE ALTRE FINALI – Nella finale dei 400 stile femminili, pronostici ampiamente rispettati per Katie Ledecky, per l’ennesima volta sotto i quattro minuti: “3’58”34 il suo tempo, completa la doppietta statunitense la connazionale Smith. Sul podio anche la quindicenne cinese Li. Anche la 4×100 femminile è a stelle e strisce: le americane battono l’Australia, terza invece l’Olanda. Non basta alla Svezia il record del mondo della Sjostrom in prima frazione (51”71) per salire sul podio.

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