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Tennis, WTA: resoconto di Kuala Lumpur e Monterrey

Heather Watson - Foto Ray Giubilo

Nel WTA di Kuala Lumpur era assente la detentrice del titolo, Caroline Wozniacki, che ha preferito (come del resto ha fatto anche la finalista, la rumena Alexandra Dulgheru, con quest’ultima capace di rimediare un doppio 6-1 in meno di un’ora all’esordio da una giocatrice non irresistibile come l’israeliana Julia Glushko, ma bisogna dire che la rumena era al rientro dopo un lungo stop) andare in Messico. Guidava il seeding Roberta Vinci, neo top ten, finora protagonista di un ottimo 2016, anche se giocare sette tornei in nove settimane non è stata proprio una scelta oculata: Roberta ha infatti pagato cara la stanchezza, arrendendosi al primo turno per 5-7 6-2 6-1 alla cinese Chang Kai Chen, n.153 del mondo.

Seconda forza del torneo l’ucraina Elina Svitolina, di recente semifinalista a Dubai, dove fu sconfitta da Sara Errani. Elina, attualmente n.19 del mondo (ma è stata anche n.15) non ha deluso e ha raggiunto la finale, seppur soffrendo contro giocatrici abbastanza mediocri quali la giapponese Ozaki e la slovacca Kucova, alle quali ha ceduto un set in ottavi e in quarti di finale. A completare il quadro delle teste di serie la n.3 Sabine Lisicki (che ha ottenuto una wild card dagli organizzatori: la tedesca ha raggiunto i quarti di finale, dove è stata estromessa da Naomi Broady, peraltro dopo aver servito per il match sul 5-4 al terzo; la britannica Broady si è garantita il best ranking al n.76 raggiungendo la semifinale, sconfitta da Eugenie Bouchard con lo score di 6-4 6-3); la n.4 Annika Beck, fuori all’esordio per mano della kazaka Zarina Diyas; la n.5 Nao Hibino, anche lei subito estromessa dalla cinese Ying Ying Duan; la n.6 Eugenie Bouchard, menzionata in precedenza; la n.7 Su-Wei Hsieh, battuta in ottavi di finale in tre set dalla qualificata slovacca Kristina Kucova, e la n.8 Saisai Zheng, che a Doha aveva fatto bene battendo Kerber e Bouchard, ma qui subito eliminata dalla connazionale proveniente dalle qualificazioni Zhaouxan Yang, 21enne e n.176 del mondo.

Da segnalare la sconfitta al primo turno di una sempre più in crisi Daniela Hantuchova, attualmente n.170 del mondo, capace di dilapidare un vantaggio di 4-2 (e tre opportunità di doppio break, di 5-3 nel set decisivo contro Kurumi Nara e di 5-2 nel tiebreak, nonché ben tre match point, anche se la Nara ha avuto bisogno di 4 palle match per chiudere per 12 punti a 10).

Finale di lusso, dunque, a compensare il livello per la verità piuttosto basso del torneo, soprattutto se comparato a quello di Monterrey, tra Elina Svitolina ed Eugenie Bouchard, teste di serie n.2 e n.6. La Svitolina, classe 1994 come la Bouchard, conduce 3-0 negli scontri diretti, ma in generale sono sempre stati incontri abbastanza combattuti e terminati due volte su tre al terzo set. L’ultimo scontro tra le due risale a Cincinnati 2015 e l’ucraina vinse in due laboriosi parziali. Elina ha uno score di 3-0 nelle finali disputate (escludiamo il torneo 125K di Pune, non un vero e proprio WTA), ma per onor di cronaca bisogna dire che si è sempre imposta in tornei International, e contro avversarie non irresistibili quali Peer, Jovanovski e Babos. Eugenie, attualmente n.52 ma, come è noto, ex n.5, è alla sesta finale in carriera dopo l’unico successo ottenuto a Norimberga, anche questo torneo International, contro Karolina Pliskova e le 4 finali perse (tra cui la più prestigiosa, quella disputata a Wimbledon 2014, sconfitta da Petra Kvitova). Per la canadese è la seconda finale del 2016 dopo la sconfitta patita a Hobart da Alizé Cornet. È la Svitolina ad alzare le braccia al cielo, a confermare la sua tradizione positiva contro la canadese ed a festeggiare la conquista del titolo n.4 in carriera, titolo che le permetterà di festeggiare il best ranking alla posizione n.14. La Bouchard, invece, guadagnerà 10 posizioni, risalendo fino al n.42. Canadese in ripresa, ma ancora troppi vuoti mentali per poter competere ad altissimi livelli. La strada intrapresa, comunque, è quella giusta. Per la Svitolina primo titolo conquistato sotto la guida di Justine Henin.

Ai nastri di partenza del torneo WTA messicano di Monterrey (la cui detentrice del titolo era la svizzera Timea Bacsinzsky, assente quest’anno, mentre è ritornata la francese Caroline Garcia, n.5 del torneo e finalista della scorsa edizione, fermatasi, però,  in semifinale contro Heather Watson) vi erano come teste di serie n.1 e n.2 rispettivamente Sara Errani, rientrata in top 20 dopo il successo ottenuto a Dubai, e Caroline Wozniacki, attualmente n.22 del mondo. Sara Errani (che già aveva faticato all’esordio contro la Rybarikova) è stata eliminata al secondo turno dall’estone Anett Kontaveit, che le ha concesso 4 games, arrivando poi fino in semifinale, dove si è arresa a Kirsten Flipkens (non senza rimpianti visto che è stata avanti di un break per tutto il primo set e ha avuto la possibilità di chiudere il parziale), mentre la Wozniacki si è spinta solo un turno più avanti, sconfitta 7-5 6-4 dalla britannica Heather Watson, poi finalista.

Da segnalare anche la presenza della russa Anastasia Pavlyuchenkova (n.3 del tabellone, qui vincitrice nel 2011 e nel 2013), subito eliminata dalla qualificata francese Pauline Parmentier con lo score di 6-2 6-2, e della britannica Johanna Konta, n.4 del seeding, recente semifinalista a Melbourne, estromessa nei quarti di finale dalla sopra menzionata Kirsten Flipkens, attualmente n.73 del mondo ma ex n.13 e semifinalista a Wimbledon nell’edizione 2013. Un’altra belga, Alison Van Uytvanck, sconfitta al secondo turno proprio dalla Flipkens, la montenegrina Danka Kovinic, eliminata all’esordio per mano della qualificata statunitense Nicole Gibbs, e l’ungherese Timea Babos,  trionfatrice nell’edizione del 2012 a spese di Sara Errani, estromessa anch’essa al primo turno dalla slovena Polona Hercog, sempre a suo agio su superfici lente, completavano il tabellone.

Da sottolineare anche la presenza di altre giocatrici “unseeded” per svariati motivi, ma sempre pericolose come la slovacca Dominika Cibulkova, freschissima finalista al torneo di Acapulco, sconfitta solo al tiebreak del terzo set da Sloane Stephens, ma qui eliminata subito dall’estone Anett Kontaveit in due parziali; l’ex n.12 del mondo Yanina Wickmayer, che prova a tornare nel tennis che conta, ma non riesce ad andare oltre gli ottavi di finale, sconfitta da Johanna Konta, nonostante il vantaggio di un break sia nel primo che nel secondo parziale, entrambi persi al tiebreak; l’indomita lottatrice portoricana Monica Puig, a sorpresa finalista a Sydney in questo inizio di 2016, battuta solo da una perfetta Svetlana Kuznetsova, eliminata, però, in ottavi di finale dalla rediviva Pauline Parmentier, attualmente n.118 del mondo ed ex n.40, vincitrice di due tornei WTA in carriera. La transalpina non raggiungeva i quarti di finale a livello WTA dal luglio 2014, quando a Baku si arrese ad Elina Svitolina.

Per quanto riguarda i colori azzurri, oltre a Sara Errani c’era anche Francesca Schiavone, omaggiata di una wild card: la milanese ha trionfato a Rio su Shelby Rogers la scorsa settimana, prendendosi il settimo titolo in carriera. Sfortunata Francesca, perchè il sorteggio le ha messo di fronte la belga Kirsten Flipkens, giocatrice sempre ostica, che l’ha sconfitta con lo score di 6-3 7-6 (5), con la lombarda che vanificava un vantaggio di 4-1 sia nel secondo set che nel tiebreak.

A giungere in finale sono state, dunque, la britannica Heather Watson, 23enne attualmente n.84 del mondo, ma con un passato da n.38, alla terza finale in carriera dopo le due vinte ad Osaka nel 2012 e ad Hobart nel 2015, e la belga Kirsten Flipkens, come detto in precedenza, attualmente n.73 del mondo ma ex n.13, anche lei alla terza finale in carriera dopo la vittoria del 2012 a Quebec City e quella persa a S Hertogenbosch nel 2013, sconfitta da Simona Halep. La Watson ha sofferto soltanto all’esordio con la giapponese Misaki Doi, sconfiggendo in seguito in due parziali Polona Hercog e Caroline Wozniacki, per poi annichilire 6-1 6-2 la francese Caroline Garcia in semifinale. Kirsten Flipkens ha sconfitto in due set Francesca Schiavone all’esordio, recuperando un break di svantaggio nel secondo parziale; ha poi perso un set con la connazionale Van Uytvanck e ha dilapidato un break di vantaggio nel secondo set con la Konta, fallendo la possibilità di servire per il match e finendo per perdere al tiebreak il parziale. Si è però imposta per 6-1 al terzo. Infine, ha eliminato la sorpresa del torneo, Anett Kontaveit, ventenne estone, che ha mietuto vittime come Cibulkova ed Errani. Per la verità Anett si era già messa in luce allo scorso Us Open, sconfitta solo da Venus Williams. Questa semifinale le frutterà il best ranking al n.73, ma siamo certi che presto la vedremo molto più in alto.

I precedenti tra Watson e Flipkens sorridevano alla belga, impostasi nel 2011 nelle qualificazioni ad Indian Wells in due parziali, e a Washington nel 2014, ma solo al tiebreak del terzo set. È il primo successo per la britannica dopo la separazione dallo storico coach Diego Veronelli, che si va ad aggiungere ad Hobart 2015 ed Osaka 2012. Una settimana meravigliosa per la 23enne, capace di mettere in mostra un gioco sublime ed entusiasmante. Con questo successo Heather Watson si piazza alla posizione numero 68 del ranking WTA.

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