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Tennis, Atp 250 Atlanta: Isner e Kyrgios, la finale annunciata

John Isner - Roland Garros 2016 - Foto Ray Giubilo

Saranno le prime due teste di serie a contendersi il titolo nell’ATP 250 di Atlanta, in Georgia (USA), torneo che è riuscito comunque a mantenere una sua dignità nonostante la contemporaneità del tabellone olimpico. In finale il principale favorito come da seeding, l’americano John Isner ha dovuto ricorrere al terzo set per sbarazzarsi del giovanissimo connazionale Reilly Opelka, e affronterà l’australiano Nick Kyrgios, che è riuscito a liberarsi del coetaneo Yoshihito Nishioka, numero 97 del ranking, col punteggio di 6-3, 3-6, 6-3.

Anche oggi si è visto un Kyrgios in modalità risparmio energetico, complici i 32 gradi all’ombra pur attenuati da qualche nuvola. All’australiano è stato sufficiente giocarsi due turni di risposta in tre set per portarsi a casa un match in cui si è mostrato più volte indolente e con poca voglia di inseguire, le rare volte in cui veniva spostato dal piccolo avversario.

Proprio l’aussie è stato il primo a rompere l’equilibrio nel sesto game del primo set, adattandosi al ritmo molto più basso dell’avversario per poi accelerare improvvisamente. Il break conseguito gli è stato sufficiente per portare a casa il primo set, ma l’illusione di un Kyrgios sul pezzo anche nei turni di risposta è andata perdendosi già nei primi game del secondo parziale, dove addirittura si è reso protagonista di un brutto passaggio a vuoto sul suo primo turno di servizio. Break che non è più riuscito a recuperare, anche per colpa di un atteggiamento sin troppo sparagnino in fase di risposta. Della poca pazienza del suo avversario ne ha approfittato un regolare Nishioka, che col suo dritto mancino coperto riusciva a tenere lontano l’australiano dalla riga di fondo nei pochi palleggi che non venivano spezzati dai tentativi di vincente di Kyrgios.

Tutto quindi rimandato al terzo set, che di fatto era una fotocopia del primo, con l’australiano che nel sesto game dopo aver sprecato tre palle break consecutive rubava il servizio a Nishioka al quarto tentativo. Break che gli consentirà di portare a casa la partita avendo consumato il minimo delle energie fisiche. Per il nipponico comunque un’ottima settimana ed il best ranking lunedì prossimo intorno al numero 85 del ranking.

La seconda semifinale, che si è svolta nella sessione serale, vedeva un affascinante scontro generazionale tra il classe ’85 Isner e il classe ’97 Opelka, accomunati non solo dalla stessa nazionalità ma soprattutto da un’altezza da pivot di basket e un gioco dipendente per buona parte dal rendimento dei rispettivi servizi. E proprio il servizio l’ha fatta da padrone sin dai primi game, non a caso il primo set si è concluso al tie break con il sorprendente successo per 7 punti a 5 per il più giovane dei contendenti.

Opelka è stato bravo nel primo parziale a gestire i punti più importanti, nonostante sia stato dei due quello ad aver più sofferto nei propri turni di servizio, salvando situazioni critiche tra palle break e svantaggi da 0-30. Ciò nonostante, dall’alto della sua esperienza e confidence sul cemento di Atlanta, John Isner non si è scomposto ed ha continuato a sfoggiare una grande solidità al servizio, quasi sempre portato a casa con estrema facilità, sfruttando nel secondo set un break conquistato nel terzo game che gli ha consentito di prevalere per 6-4.

Nel set decisivo si è vista tutta la consistenza del giocatore che da anni è stabilmente top20: oltre a un servizio ingiocabile ha limitato al massimo gli errori negli scambi da fondo che in fase di risposta ha potuto giocarsi causa un vistoso calo al servizio di Opelka, che dal 2 pari ha perso 4 game di fila così da cedere con l’onore delle armi il posto in finale a John Isner col punteggio finale di 6-7, 6-4, 6-2.

Come detto la finale è il meglio che ad Atlanta si potessero aspettare, con John Isner da un lato che cercherà di invertire un trend abbastanza negativo in questo 2016, anno invece in cui Nick Kyrgios si sta consolidando come realtà a immediato ridosso dei top player.

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