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Rafael Nadal, Melbourne è stregata: quanti infortuni agli Australian Open

Rafael Nadal
Rafael Nadal - foto Ray Giubilo

Rafael Nadal e gli Australian Open, un rapporto mai sbocciato del tutto. Il numero 1 al mondo è costretto ad alzare bandiera bianca nei quarti di finale contro Marin Cilic ad inizio del quinto set, arrendendosi ad un problema muscolare per quello che è il nono ritiro in carriera a partita in corso. Ancora una volta, dunque, il maiorchino è costretto a rimandare l’appuntamento con il Double Career Slam, ossia la vittoria di ogni Major in almeno due circostanze, un’impresa riuscita riuscita solamente a Laver ed Emerson e a nessuno nell’Era Open. Dopo il trionfo del 2009 con la duplice maratona con Verdasco e Federer, infatti, per Nadal ci sono state solo delusioni tra finali incredibili (come quella persa dopo 5 ore e 53 minuti contro Djokovic nel 2012 o quella dello scorso anno, sempre al quinto, contro Federer) ma soprattutto una buona dose di sfortuna con problemi fisici.

Nel 2010 fu il ginocchio destro a costringere Rafa al ritiro nei quarti contro Andy Murray, con lo scozzese saldamente avanti di due set e un break. Solo uno spavento però per l’iberico, autore poi della sua miglior stagione della carriera dominando i successivi tre Slam, vincendo per la prima volta sul cemento degli Us Open e trascinando Federer al terzo set nella finale del Masters, che ancora oggi resta un tabù.

Dodici mesi dopo, nel 2011, fu invece un problema all’adduttore a fermare Nadal ancora una volta ai quarti di finale. Rafa, che andava a caccia del quarto Slam consecutivo dopo i tre vinti nella stagione precedente, strinse i denti e restò in campo per tutta la partita anche per rispetto verso il connazionale Ferrer. Celebre la frase che il maiorchino rivolse a suo zio Toni, il quale lo incitava a stringere la mano al suo avversario e tornare negli spogliatoi: “Sono in un quarto di finale Slam, non mi ritiro neanche morto”. Quasi incredulo David, tanto da confessare nella conferenza post-match che aveva già prenotato il volo di ritorno per la Spagna, convinto di dover arrendersi a Nadal.

A far più male di tutti, tuttavia, è la finale del 2014 contro Stan Wawrinka. Un match drammatico per Rafa, con tutti i favori del pronostico dalla sua parte, giunto all’appuntamento con dodici vittorie su dodici nei precedenti giocati con lo svizzero. E invece un problema alla schiena non gli consentì di difendere le sue opportunità. Seppur giocando quasi completamente da fermo, Nadal riuscì anche a vincere un set tirando a braccio sciolto non appena si presentava l’occasione e sfruttando le indecisioni di Stan, che si avviava a vincere il primo dei suoi tre Slam in bacheca.

Il cerchio si chiude con un nuovo infortunio, quello odierno con Cilic. “Ho sentito un po’ di stanchezza nel muscolo nel terzo set, poi su di un drop nel quarto ho provato dolore. Non avevo realizzato subito quanto potesse essere grave – ha detto in conferenza post match – Non mi piace abbandonare la partita ma la mia gamba era totalmente bloccata. Spero solo che l’infortunio non sia troppo serio“. Con queste parole Rafa si congeda da Melbourne e lascia qualche dubbio in vista dei prossimi impegni in calendario, Acapulco e i due Masters 1000 di Indian Wells e Miami, che potrebbero essere cruciali per la difesa del numero 1 dall’assalto di Roger Federer, pronto a sfruttare l’occasione e ad agguantare il Major numero 20.

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