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Challenger e Itf, settimana 18: Luca Vanni eterno, finale a Glasgow

Luca Vanni - Foto Bruno Silverii

Su Luca Vanni si raccontano tante leggende, alcune verissime, alcune verosimili: di certo c’è che davvero a 18 anni, un’età in cui alcuni professionisti vivono già di tennis, lui era 3.2, una classifica italiana che gli permetteva di fare qualche open e nemmeno andare tanto avanti. Un’altra certezza è che le sue ginocchia hanno subito così tanti infortuni che solo uno che fa dell’abnegazione la propria filosofia di vita come Vanni poteva rinascere dalle polveri così tante volte. La prima volta a 20 anni, prima un ginocchio poi l’altro, operati di menisco e collaterale. Ritorna a sudare, lottare e l’anno successivo, nel 2006, a 21 anni, vince il suo primo torneo, ad Avezzano, faticando fin dal primo turno quando vince in due set lottati contro l’idolo di casa Enrico Iannuzzi. Nel 2012, cioè a 27 anni, è ancora intorno alla posizione 300 ATP che non garantisce nessun guadagno: Lucone va in pari con le spese solo grazie alla serie A e a qualche Open in giro per l’Italia, di quelli che giochi due partite e guadagni mille euro, però c’è da girare lo stivale. Si dice che in quegli anni Luca abbia fatto quasi un milione di chilometri con la sua Fiat Brava, forse si esagera, ma davvero lui viaggiava tutte le settimane con la sua automobile. Si dice anche a volte abbia dormito nel bagagliaio per risparmiare. Alla soglia dei 28 anni, un’altra tegola: si infortuna di nuovo, ennesima operazione al ginocchio. Scende al numero 800 del mondo, eppure si rimette in gioco.

IL BINOMIO CON GORIETTI – E’ più una sfida con se stesso, che un vero tentativo di fare il professionista. O almeno questo è ciò che credono tutti. In realtà Luca ci crede eccome, tanto che dopo aver incontrato il Coach che lo ha migliorato tantissimo, cioè Fabio Gorietti, comincia a fare progressi fino al momento, e siamo nel febbraio 2015, in cui raggiunge la famigerata top 100 e raggiunge la finale dell’ATP di San Paolo in Brasile, partendo dalle qualificazioni. Una leggenda narra che qualche mese prima, subito dopo l’ennesima eliminazione al primo turno, stavolta a New York nelle quali dello Slam americano, Luca Vanni volesse smettere: starebbe per prendere l’aereo direzione Bangkok, ma ha forti dubbi se proseguire la carriera e chiama Coach Fabio Gorietti che lo consola raccontandogli di come, inseguendo il suo sogno di fare il coach professionista, quando suo figlio era piccolo, uscisse di casa di notte per non vederlo piangere al momento dei saluti.

GLASGOW – Fabio conosce le sofferenze come Luca, questo è stato il segreto del loro binomio perfetto, almeno fino a quando pochi mesi fa, e questa è storia di oggi, i due hanno deciso di separarsi professionalmente. Luca però batte Ramanathan (ora vicino alla top 100) e da lì si sblocca definitivamente. Gorietti ha toccato le corde giuste in quel colloquio via etere. Una telefonata allunga la vita, anche quella sportiva. Nel 2017 altri problemi, la discesa in classifica, eppure Luca è ancora qui. E’ vero ha perso la finale in questa settimana al torneo di Glasgow (100mila$, hard) da Lacko, ma ora sale di circa 50 posti in classifica, arrampicandosi al numero 260 ATP. Buone sensazioni e Lucone è tornato. In semifinale ha sconfitto l’altro azzurro Matteo Viola, anche lui in salita al numero 262 ATP.

BENE DONATI E QUINZI – Molto bene anche un Matteo Donati in ripresa a Ostrava (75mila$+H, terra): il piemontese ha raggiunto le semifinali sconfitto solo dal vincitore del torneo, il belga De Greef. Per Donati risalita in classifica con questi 33 punti risale al numero 242 ATP. Nello stesso torneo in Repubblica Ceca ancora segnali positivi da Quinzi che si conquista i quarti di finale, poi sconfitto dal francese Barrere. Il croato Serdarusic, segnalatosi con vittorie nei Futures le passate settimane raccontate anche in questa rubrica, ha fatto finale e timbra l’ennesimo best ranking di questa sua splendida stagione al numero 210 ATP. Sia Quinzi che Donati saranno in campo nel torneo Garden di Roma, un Challenger su terra battuta dal montepremi di 100mila$, con in campo altri numerosi azzurri.

GLI ALTRI CHALLENGER – Nel torneo Challenger più ricco della settimana, a Seoul (100mila$+H, Hard), vittoria per la tds numero 5, l’americano McDonald, 23enne californiano che con questo risultato raggiunge il suo best ranking al numero 114 ATP dopo essere stato numero 12 da Junior. L’americano in finale ha superato l’australiano Jordan Thompson. Nel torneo in cui non c’erano azzurri, da segnalare l’ottima prestazione del redivivo aussie Jason Kubler, giunto in semifinale e finalmente ristabilito dagli infortuni e del coreano Kwoon, ventenne, nome nuovo presto nel panorama ATP.Nel 75mila$+H di Puerto Vallarta in Messico, anche questo su superficie veloce, la vittoria non è sfuggita alla tds1, lo spagnolo amante del cemento, Menendez Maceiras, in finale sul serbo Petrovic. A Savannah, sulla terra verde tipica americana, dove il nostro Arnaboldi ha raggiunto il secondo turno, vittoria per il boliviano Hugo Dellien, al secondo successo Challenger stagionale (e della intera carriera) in finale su Christian Harrison.

ITF – Capitolo Futures. Nel torneo Futures più ricco, in Nigeria (25mila$+H, Hard) terza finale di fila, condita con la vittoria per il brasiliano Menezes che entra in top350, facendo un altro bel salto in alto, dopo la vittoria sull’indiano Kadhe, un altro nome nuovo da seguire. Veniamo ai 15mila$. Sulla terra brasiliana di Sao Paulo vince il padrone di casa Rafael Matos, mentre in Cina (Hard) successo per il cinese Rigele Te, ora top 800 ATP. Il torneo del Cairo, in Egitto, su terra, ha incoronato il brasiliano Correia, 20 anni, mentre il nostro Bortolotti ha colto una importante semifinale; bene anche Turchetti che ha conquistato i quarti di finale. A Grasse, su terra rossa francese, vittoria per il padrone di casa Tatlot, che da tds numero 3 ha dominato il torneo vinto senza perdere nemmeno un set. L’americano Peter Kobelt ha conquistato il Futures israeliano di Akko sul cemento, mentre sulla terra polacca ancora uno show del belga Zizou Bergs di cui abbiamo già parlato molte volte e che è in crescita continua: 18 anni, già top 600 e secondo torneo vinto in stagione per il sosia di Shapolavov. La testa di serie numero 1 a Jerba in Tunisia ha vinto il torneo e si tratta dello spagnolo Artunedo Martinavarro.

in Turchia, sulla terra di Antalya, vittoria per il croato Mate Delic, ex numero 19 del mondo da Junior, seguito nel 2013 e nel 2014 da Cristian Brandi e che lo condusse al periodo migliore della carriera quando terminò la stagione al numero 154 ATP (nel 2014). Nello stesso torneo Bonadio ha raggiunto i quarti di finale. La curiosità arriva dal primo torneo organizzato in Uganda, a Kampala, su terra rossa, dove padre e figlio, Lorenzo e Paolo Bocchi, il primo professionista, il secondo un 3.1 italiano, hanno disputato entrambi il torneo e si sono addirittura affrontati nel primo turno di doppio. Lorenzo Bocchi ha raggiunto per la prima volta i quarti di finale di un torneo pro. Anche Ornago ha fatto quarti, in questo torneo africano vinto dal russo Nedelko senza perdere un set. Infine sul cemento vietnamita, grande prestazione per il padrone di casa Hoang Nam Ly, che ha raggiunto la finale insieme all’ex numero 2 del mondo Juniores, il predestinato giocatore di Taipei Chun Hsin TSENG,16 anni e già con parecchi punti ATP, sebbene entrerà solo in questa settimana in top 1000.

Da questa settimana non solo il Challenger romano del Garden, diretto dall’inossidabile Pancho Di Matteo, ma anche attenzione alle pre-quali del Foro Italico che daranno una Wild Card per il tabellone principale e quelle per le qualificazioni del Master1000 capitolino.

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