[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Novak Djokovic entra nel ristrettissimo club dei giocatori ad aver vinto la bellezza di 800 partite nel circuito Atp, solo altri 9 sono riusciti a superare tale soglia nell’Era Open: il serbo ha infatti superato col punteggio di 7-5 6-1 un Adrian Mannarino spentosi dopo un avvio molto positivo. Djokovic, tornato quest’anno a giocare nell’Atp 500 del Queen’s dal lontano 2008, approda così in semifinale, dove se la vedrà con il vincitore dell’ultimo quarto di giornata a Londra, quello tra Frances Tiafoe e Jeremy Chardy.
Si trattava oggi del terzo scontro diretto tra i due giocatori, con i primi due giocatisi, nel 2016 e nel 2017, entrambi sull’erba di Wimbledon. In entrambe le occasioni ha trionfato il serbo, in due partite molto simili, in cui l’ex numero uno del mondo aveva inciso particolarmente sulla risposta, come dimostrano i numeri sulla resa con la seconda del francese, 44% nel 2016, 42% nel 2017.
Tantissimo del gioco di Djokovic dipende dalla risposta, che è un po’ il termometro della partita o più in generale del suo stato di forma ed a dimostrazione delle prime due buone partite giocate al Queen’s, parlano a favore del serbo proprio i numeri sulla risposta: Djokovic ha infatti vinto il 63% di punti sulla seconda di Millman, ed il 50% su quella di Grigor Dimitrov. A differenza del numero 22 del mondo, ha trovato ben più difficoltà invece Mannarino, che ha sofferto soprattutto nel match d’esordio, contro Daniel Evans, chiudendo la contesa solamente con un lottato 7-5 nel terzo parziale. Più agevole invece il successo contro Julien Benneteau, che si è arreso per 7-6(4) 6-3.
Dopo i primi due giochi interlocutori a favore del giocatore al servizio, arriva però a sorpresa il primo passaggio a vuoto del match di Djokovic, che alla terza partita al Queen’s perde per la prima volta nel torneo il turno di battuta, dopo un dritto colpito male e terminato lungo, che manda così Mannarino al servizio avanti 2-1 nel punteggio. Il francese almeno in avvio non ha problemi in battuta, riuscendo ad impedire all’avversario di prendere il controllo dei punti. Anzi, a rispondere meglio è proprio il numero 26 del ranking, fattore che induce Djokovic ad evitare di servire sul rovescio dell’avversario, più fastidioso da gestire per il serbo. Dopo aver confermato il break iniziale, anche il transalpino trova le prime difficoltà al servizio: proprio il servizio e il rovescio lo salvano però nel sesto gioco, quando Djokovic non riesce a giocarsi le due palle break sul 15-40 proprio per merito dell’avversario, che per issarsi sul 4-2 trova due importanti prime vincenti. Break subito a parte, il finalista del 2008 al Queen’s non sembra però a suo agio nel primo set.
E’ proprio la risposta a non aiutare il serbo, che fatica tuttavia insolitamente nella fase difensiva, con delle imprecisioni anche in alcuni scambi a ritmo tutt’altro che elevato. Cambia un po’ tutto nell’ottavo gioco, quando un paio di errori ed un atteggiamento più remissivo del francese aiutano Djokovic a trovare ritmo e profondità al serbo. Mannarino salva ancora tre palle servendo ancora benissimo col tipico slice mancino da sinistra, ma alla quarta occasione il 31enne di Belgrado riesce finalmente ad aggredire l’avversario costringendolo all’errore decisivo che riporta così Djokovic in parità a quota 4 giochi. Migliora progressivamente il serbo, che dopo un inizio complicato, con un atteggiamento piuttosto scarico e una posizione insolitamente per lui più arretrata sul campo, ritrova i propri colpi nel momento clou del primo parziale. Sotto 6-5, il 29enne nato nell’Ile de France, non trova più rifugio nel servizio e di fronte alle traiettorie ora molto più velenose di Djokovic è costretto a capitolare, cedendo sul più bello anche il primo parziale con lo score di 7-5. Il break iniziale di Mannarino ha probabilmente rovinato i piani del 12 volte campione Slam, che una volta riequilibrato il punteggio ha riportato pian piano la partita sui binari previsti, col francese sempre più in difficoltà sulla seconda di servizio.
Funziona quasi tutto nel tennis di Djokovic con l’iniziare del secondo parziale, mentre Mannarino scende sempre più di livello: il numero 22 del mondo è ora sempre più lucido anche dal punto di vista tattico, riuscendo a trovare spesso il diritto dell’avversario, impostando lo scambio nella diagonale del suo rovescio, a lui nettamente più favorevole, anche con delle variazioni in slice che mettono in crisi l’avversario. Djokovic diventa l’unico giocatore in campo nel secondo set, mentre il francese commette troppi errori non forzati e affonda senza poter più reagire. Dopo un’ora e 17 di gioco, con due break di vantaggio nel secondo parziale, Novak chiude la partita col punteggio di 7-5 6-1.