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Atp Finals Torino 2021, Andrey Rublev: le possibilità del russo dai due volti

Andrey Rublev
Andrey Rublev - foto Ray Giubilo

Il suo nome non appare certamente tra i principali candidati al titolo ma un top 5 non può mai essere completamente escluso dal discorso vittoria finale, seppur non stia attraversando un bel periodo e seppur il torneo di riferimento siano le Nitto Atp Finals, che quest’anno avranno luogo per la prima volta in quel di Torino. La situazione appena descritta riguarda il numero 2 di Russia Andrey Rublev, che per il secondo anno di fila figura tra gli otto Maestri. 

BILANCIO STAGIONALE 

La prima parte di 2021 del numero 5 del mondo è eccezionale. Rublev, seguendo la scia di quanto fatto nella stagione precedente, apporta ulteriori miglioramenti nel proprio tennis. Nel suo gioco non c’è più solamente un tirare qualsiasi colpo al massimo della potenza. Su ogni palla c’è un ragionamento, un’idea. Soprattutto il servizio gli garantisce sempre più punti diretti e risulta molto più vario. Ciò gli permette di essere un grande protagonista nel successo della Russia in ATP Cup. Subito dopo Andrey ha disputato un buon Australian Open, fermandosi solo ai quarti dinanzi alla solidità del numero 1 di Russia Daniil Medvedev.

Dopo la parentesi australiana, il ritorno in Europa del 24enne di Mosca è stato perfetto. Rublev ha conquistato il titolo in quel di Rotterdam, battendo in finale l’ungherese Marton Fucsovics. Sarà l’unico titolo della sua stagione ma fino a luglio non mancheranno anche delle splendide “prime volte”. Arriva infatti il primo penultimo atto di un Masters 1000 a Miami, quando a batterlo è il sorprendente polacco Hubert Hurkacz. Poche settimane più tardi, a Montecarlo, arriverà anche la prima finale in un Masters 1000. Il russo, prima di arrendersi nella sfida per il titolo a uno scatenato Stefanos Tsitsipas, aveva sconfitto in tre parziali il ‘Re della terra battuta’ Rafael Nadal ed anche un on fire Casper Ruud in semifinale.

LA FASE CALANTE

La prima metà di stagione è poi continuata in modo estremamente positivo per l’allievo di Fernando Vicente, con l’unico brusco stop arrivato all’esordio del Roland Garros contro il tedesco Jan Lennard Struff. Poi ci sono da registrare a finale ad Halle, persa un superbo Ugo Humbert, gli ottavi a Wimbledon ma soprattutto la seconda finale stagionale in un Masters 1000 a Cincinnati, in cui si è arreso solamente ad Alexander Zverev. Dagli Us Open in poi, tuttavia, il suo tennis ‘boom boom’ ha reso sotto le aspettative. Rublev ha registrato uno score di 6 vittorie a fronte di 6 sconfitte, raggiungendo come miglior risultato la semifinale a San Diego, persa da Cameron Norrie. Per il resto, il terzo turno perso da Tiafoe a New York e, soprattutto, la sola vittoria (contro Ilya Ivashka a San Pietroburgo) in tre tornei giocati a livello indoor mostrano l’amplia flessione avuta dal fuoriclasse moscovita. Per questo motivo, come già accennato in precedenza, la sua posizione sulla griglia delle Nitto ATP Finals di Torino non è certo delle migliori.

LE CONCRETE CHANCES PER TORINO 

Sulla carta, per quanto visto negli ultimi mesi, è difficile immaginare che Rublev possa staccare il pass per le semifinali, soprattutto per il già citato pessimo rendimento sulle superfici indoor in questo ultimo scorcio di stagione. Il suo tennis nelle ultime settimane è apparso eccessivamente falloso e sconclusionato, senza un briciolo di continuità. Ciò ovviamente potrebbe essere messo ancor più in risalto in un torneo di questo livello. Predetto questo, bisogna però ricordare che alle Finals negli ultimi anni le sorprese non sono di certo mancate. Ha trionfato Grigor Dimitrov nel 2017, in quello stesso anno in finale ci arrivò David Goffin. Nel 2019 trionfò Tsitsipas, che ai nastri di partenza non era certamente dato tra i papabili vincitori. Insomma, le ultime edizioni dell’evento dei Maestri, ha regalato diverse opportunità agli outsider. Per rientrare in questa categoria, tuttavia, Rublev avrà bisogno della miglior versione di sé stesso, che spesso ha fatto vedere a livello indoor ma che, al contempo, manca ormai da diversi mesi. 

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