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INTERVISTA – Ilaria Bianchi: “La mia vita gira intorno al nuoto, a Glasgow come Copenaghen”

Ilaria Bianchi - Foto Sportface

“Come mi carico prima di una gara? Non sono una molto fantasiosa. Sono talmente competitiva che prima di tuffarmi in acqua penso che se devo fare una cosa la faccio bene. Anche perchè dopo tutta la fatica di ogni giorno arrivo sul blocchetto e non sono carica? E’ impossibile per me. La gara è la parte finale è la resa dei conti”. Queste sono le parole della campionessa italiana Ilaria Bianchi, intervistata in esclusiva ai microfoni di Sportface.it in vista dell’estate ricca di impegni. Determinata e tenace, l’argento europeo in vasca corta nei 200 farfalla, ci racconta di come ha iniziato la sua esperienza in vasca: “E’ stata mia madre a spingermi in acqua quando avevo due anni, più che altro perchè, come ogni genitore, aveva paura che affogassi al mare. Ho iniziato a nuotare nella piscina dei bimbi e ho continuato fino all’età di 5 anni. Da li mi hanno selezionato per l’agonistica”.

Non hai mai avuto voglia di fare qualcos’altro?
“Quando sei bambina non hai un’idea di cosa vuoi fare nella tua vita. Il tuo interesse è andare fuori con gli amici, studiare. Nuotare però l’ho sempre fatto con molta voglia. Ci sono stati dei momenti in cui pensavo ‘ma chi me lo fa fare, voglio uscire, ho 15 anni’. Mia madre però, insieme al mio coach mi hanno fatto continuare ed è stato un bene perchè dopo 3 anni ho partecipato la mia prima Olimpiade”.

Hai mai pensato di mollare per paura?
“Io dividerei la mia parte da adolescente, con quella dove ormai il nuoto è il tuo lavoro, o comunque la tua vita. Ci sono stati dei momenti dopo le Olimpiadi di Rio dove io ero ancora la prima d’Italia, ma avrei dovuto aspettare altri quattro anni di preparazione per un’altra Olimpiade. C’è stato un attimo di panico perchè dovevo ripartire da capo e non ne avevo voglia. Mi sono sempre allenata in maniera costante al 100%, non mi sono mai presa un anno sabbatico o dove ho fatto meno. Se devo fare una cosa la devo fare bene. Come fosse il mio lavoro. Perciò il mio coach mi ha fatto ragionare, perchè ero ancora la primatista italiana e sarebbe stato uno spreco mollare tutto”.

Fuori dalla vasca cosa ti piace fare?
“Quando non sono in acqua, voglio staccare completamente. La mia vita gira intorno al nuoto in un certo senso, però il mio ragazzo e i miei amici non nuotano, è un mondo diverso. Perciò quando esco dagli allenamenti è finita e questo mi far venir voglia di continuare a nuotare. Anche perchè se dovessi parlare h24 di nuoto impazzirei”.

Chi è la tua fonte di ispirazione?
Sarà un po noioso a sentirlo dire, però credo che Michael Phelps sia il mio nuotatore di sempre. La passione e il metodo che ha sempre utilizzato sono unici. Fai fatica a trovarne di atleti come lui, anche nel piccolo non ce ne sono. Dovrebbe esserlo per tutti. Tra le donne non saprei. Quando sei così al vertice e conosci da vicino le tue avversarie io per ora qualcuna che mi ispiri ancora non l’ho trovata. Faccio fatica a prendere ispirazione da qualche mia rivale”.

Temi qualcuna delle tue avversarie?
“La paura si annienta. Deve essere uno stimolo. Devi dire ‘cavolo questa va più forte di me, però anch’io devo arrivarci il più vicino possibile perchè vuol dire che anch’io sono forte’. Potrei farti il nome di Sarah Sjostrom, però lei è proprio su un altro pianeta. Alla fine però nei 200 delfino a Copenhagen sono riuscita a battere atlete che non pensavo di poter battere. Non mi sembrava vero”.

Sei in Nazionale da moltissimi anni e i cambiamenti sono stati molti:
“Sono in Nazionale dal 2008 e ho vissuto a pieno la trasformazione esagerata del gruppo. La vecchia scuola con la nuova scuola. Ho fatto le Olimpiadi che c’era Massimiliano Rosolino. C’è stato un cambiamento radicale, io l’ho notato tantissimo. Io, Federica Pellegrini ed Erika Ferraioli siamo le tre veterane ormai, anche perchè in Italia della mia età non c’è rimasto molto, si contano sulle dita di una mano. Mi sento un po vecchia però alla fine c’è l’esperienza!”.

Vasca lunga o vasca corta?
“Preferisco entrambe. So che la vasca corta è un po meno importante, e andare forte in lunga ti cambia la vita, ma non hai più 15 anni e devi essere completo in tutto se vuoi definirti atleta di alto livello”.

Come ti sei preparata in vista della stagione estiva? 
“Abbiamo lavorato moltissimo quest’inverno. Da gennaio fino a marzo ci siamo impegnati molto, non solo per gli Assoluti di aprile ma anche per l’estate ed il prossimo anno. E’ stato un lavoro impegnativo, ma alla fine mi sento bene”.

Quali sono i tuoi obiettivi?
“Mi piacerebbe ripetere quello che ho fatto negli ultimi europei in vasca lunga. Sarà una bella settimana a Glasgow, farò un sacco di gare. I 200, 100, 50 e la staffetta. I 200 delfino sono tre, per questo al Settecolli inizierò a prepararmi ed abituarmi a fare mattina e pomeriggio. Spero di far bene dopo tutto il lavoro che sto facendo”.

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