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Il Giro d’Italia numero 100 scatterà venerdì da Alghero, in Sardegna, e per tre settimane terrà incollati ai teleschermi migliaia di appassionati (e non solo). Ma ancora di più se ne riverseranno sulle strade, per assistere dal vivo a quello spettacolo unico che la lotta alla maglia rosa può offrire. Già, la maglia rosa, il simbolo del primato che dal 1931 contraddistingue il leader della “corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo”: anche quest’anno, saranno in molti a contendersela. Doveva essere il Giro dell’atteso duello tra Vincenzo Nibali e Fabio Aru, pronti a dividere il tifo degli italiani e a rappresentare rispettivamente Sicilia e Sardegna, loro terre d’origine attraversate quest’anno entrambe dalla Corsa rosa. Ma una maledetta caduta durante un allenamento in Spagna ha tolto dai giochi Aru e le speranze dei tifosi italiani vertono ora tutte su un eventuale tris di Vincenzo Nibali.
Un anno fa lo Squalo dello Stretto compì un’impresa memorabile, ribaltando una situazione di classifica che sembrava ormai irrimediabilmente compromessa e conquistando il suo secondo Giro d’Italia dopo il trionfo del 2013 (nel mezzo, il Tour de France vinto nel 2014). Nibali ci riprova quest’anno, partendo per la prima volta al Giro con il dorsale numero 1 sulla schiena e una nuova maglia, quella della Bahrain-Merida. La formazione con licenza mediorientale si schiererà compatta al fianco del siciliano, che potrà contare tra gli altri sul fedelissimo Valerio Agnoli, ma anche su due uomini di grande esperienza – nonché, al pari di Nibali, ex campioni d’Italia – quali Franco Pellizotti e Giovanni Visconti. Lo Squalo, reduce dalla vittoria al Giro di Croazia e forte su tutti i terreni, dovrà vedersela con avversari particolarmente agguerriti, ma anche con la storia: l’ultimo capace di vincere due Giri d’Italia consecutivi è stato infatti Miguel Indurain, maglia rosa nel 1992-’93; ma per trovare l’ultimo italiano che riuscì nell’impresa bisogna tornare indietro di oltre cinquant’anni, al 1962-’63 di Franco Balmamion.
Gli avversari di Nibali non mancheranno, a cominciare dall’indiscusso favorito numero uno dei bookmaker. Nairo Quintana ha già vinto un Giro d’Italia in passato (tre anni fa, alla sua prima e finora unica partecipazione), ma per quest’anno i suoi piani sono particolarmente ambiziosi; il formidabile scalatore colombiano punterà infatti a realizzare la leggendaria doppietta riuscita per ultimo a Marco Pantani nel 1998: conquistare Giro d’Italia e Tour de France nella stessa estate. Un’impresa particolarmente ardua, che potrebbe rappresentare un punto interrogativo riguardo alla condizione con cui Quintana si presenterà in Sardegna e alla condotta di corsa che terrà nelle successive tre settimane. Il leader della spagnola Movistar – quest’anno vincitore della Tirreno-Adriatico, dove ha sbaragliato la concorrenza – avrà nelle grandi salite il proprio terreno privilegiato, mentre dovrà difendersi dagli specialisti delle prove contro il tempo nei quasi 70 km a cronometro che il Giro d’Italia numero 100 propone.
Vi è una squadra che con il Giro d’Italia ha un conto aperto e che quest’anno tenterà nuovamente l’assalto alla maglia rosa, fallito miseramente in passato da tanti suoi campioni. È il Team Sky, corazzata britannica che avrà nel gallese Geraint Thomas – fresco vincitore del Tour of the Alps – e nel basco Mikel Landa (terzo sul podio del Giro due anni fa) i due leader, nel piemontese Diego Rosa un interessante outsider. Più punte a disposizione anche per l’americana BMC, che si affiderà alle qualità di cronoman dello statunitense Tejay Van Garderen e dell’australiano Rohan Dennis. Leader unici delle rispettive formazioni saranno invece il francese Thibaut Pinot (FDJ) e il britannico Adam Yates (Orica-Scott), particolarmente competitivi quando la strada sale.
Da tenere d’occhio inoltre la pattuglia di olandesi: Tom Dumoulin (Team Sunweb), tra i massimi specialisti nelle prove contro il tempo, e Bauke Mollema (Trek-Segafredo), di ritorno al Giro dopo anni di piazzamenti al Tour e alla Vuelta. Ma, su tutti, quello Steven Kruijswijk che lo scorso anno sembrava avere la corsa in pugno, prima di finire contro un muro di neve nel tentativo di seguire Nibali lungo la discesa dal Colle dell’Agnello e dire addio al sogno rosa. La stessa discesa dove terminò il Giro 2016 del russo Ilnur Zakarin (Team Katusha), che tenterà quest’anno di cogliere un piazzamento di rilievo. A migliorare il sesto posto finale ottenuto nel 2016 ambisce poi il lussemburghese Bob Jungels (Quick-Step Floors), miglior giovane della scorsa edizione.
Per quanto riguarda i corridori italiani, solo Nibali potrà lottare verosimilmente per la maglia rosa finale e incidere nuovamente il proprio nome sullo splendido Trofeo Senza Fine. Ma vi sono altri atleti di casa nostra che potrebbero ben figurare in questa centesima edizione della Corsa rosa. Su tutti Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), lo scalatore lucano sempre protagonista nelle ultime edizioni e più volte piazzato tra i primi dieci della classifica. Ma vi è grande curiosità in particolare per Davide Formolo (Cannondale-Drapac), ventiquattrenne veronese chiamato quest’anno a un primo salto di qualità significativo; la maglia bianca della classifica dei giovani potrebbe essere un obiettivo alla sua portata (Jungels permettendo), in attesa di capire se sarà in grado – un giorno – di lottare per quella più ambita, la maglia rosa.