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Stadio della Roma, ora la decisione è politica. Pallotta ha fretta, la Raggi temporeggia

James Pallotta

Sono passati 2.612 giorni dall’avvio del progetto Stadio della Roma, come ricorda un account twitter dedicato. Da allora sono passate tre giunte, due conferenze dei servizi, pareri non obbligatori richiesti ad illustri atenei e due indagini, dalle quali il progetto è sempre uscito pulito e intaccabile.

Che la vicenda della costruzione dell’impianto giallorosso avrebbe potuto impantanarsi esclusivamente nel fango della valutazione di opportunità politica, era apparso evidente dopo le parole del Pm Ielo che, per la seconda volta, ha allontanato ogni possibile coinvolgimento del club o vizio del progetto nell’ambito delle ultime inchieste che hanno scosso il Campidoglio.

Ma adesso per il Movimento 5 Stelle è tempo di riflessione e le riflessioni portano ritardi, come ben sa Pallotta che ieri ai microfoni di Teleradiostereo ha espresso la sua ambizione nel voler iniziare i lavori entro il 2019, una previsione sempre più lontana dall’ottimismo e più vicina all’illusione. “Mi aspetto che i lavori partano entro la fine dell’anno”, ha spiegato il patron giallorosso rispondendo alle lettere dei tifosi romanisti. Ma se le fibrillazioni in Campidoglio aumentano, la Roma continua a considerare quello dello Stadio un “diritto acquisito”. Come riporta oggi Il Tempo, infatti, l’annullamento in autotutela ha dei precisi limiti temporali (18 mesi) e la necessità di illiceità degli atti, cosa che la Procura, come detto in precedenza, ha escluso.

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