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Stadio a Milano, dal Comune un ‘no’ mascherato da ‘sì’: San Siro è definitivamente salvo?

Dire ‘no’ con un ‘sì’ di facciata. Bocciare un progetto accettandolo salvo tenere in vita la contraddizione più grande che condurrebbe di fatto Milan e Inter ad un vicolo cieco. Dal Consiglio comunale di Milano è arrivato il via libera condizionato al progetto dei due club sull’area di San Siro. E una delle condizioni riguarda proprio il mancato abbattimento del vecchio Meazza che di lasciare il posto all’alter ego più giovane, moderno e con meno fascino proprio non ne ha voglia.

San Siro non dovrebbe quindi seguire la scia di tanti illustri impianti abbattuti nel nome del progresso: da Wembley ad Upton Park in quella che sembra essere una tradizione d’oltremanica che in Italia fatica a prender piede. Basti pensare alle difficoltà che la Roma ha riscontrato sulla demolizione dell’ippodromo di Tor di Valle situato nell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio. In quel caso, nel 2017, fu apposto un vincolo architettonico (poi superato) sulle tribune dell’impianto che rendeva di fatto impraticabile la demolizione. In quel caso si parlava di un ippodromo, in ogni caso icona del trotto italiano e al centro dell’immaginario collettivo per essere stato set di commedie all’italiana come ‘Febbre da Cavallo’. Ma nel caso di Milano il discorso è più grande: San Siro fa parte della storia italiana e dello sport del nostro paese ed è un monumento a tutti gli effetti al punto da essere probabilmente tra i primi cinque stadi più famosi al mondo. Milan e Inter (e tutto il calcio italiano) hanno il diritto ad un impianto moderno, funzionale e coerente con i tempi. Ma per ora il bilanciamento di interessi contrapposti pende verso la storia e la tradizione. E quel ‘piano B’ auspicato da più parti, potrebbe prendere sempre più piede. 

 

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