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Juventus tutta solidità e… rigore, Lazio al tappeto: Allegri ha ancora la meglio sul sarrismo

Federico Chiesa e Manuel Lazzari
Federico Chiesa e Manuel Lazzari - Foto Antonio Fraioli

La Juventus torna in piena corsa, se non per lo scudetto che resta a distanza siderale, almeno per entrare in zona Champions. Lo fa con una vittoria davvero convincente in casa di una Lazio senza il proprio bomber ma anche un po’ senza anima, con il feeling ancora non del tutto scattato con la gestione del grande ex Maurizio Sarri. L’uomo che sostituì Allegri per cercare la rivoluzione del bel gioco e del “sarrismo” e che fu silurato dopo appena un anno trova un’altra amarezza da parte della Vecchia Signora, che con il “vecchio che avanza” si prende uno 0-2 tutto solidità e… rigore all’Olimpico. Un successo frutto infatti di due rigori, entrambi battuti da capitan Bonucci, che aprono e chiudono una contesa il cui risultato è onestamente meritato per quanto visto. Non tanto sul piano del gioco, ma per quanto riguarda l’applicazione, la convinzione, la capacità di scendere in campo con autorevolezza. Da questo punto di vista è la Juventus nella sua versione migliore di questa stagione fin qui deludente, e tanto basta per portare a casa tre punti pesantissimi.

Già, perché fruttano l’aggancio al quinto posto proprio dei biancocelesti e con Fiorentina-Milan e Inter-Napoli nella stessa giornata, potrebbero essere punti che valgono doppio. Non si può parlare di scudetto, quello è un sogno irrealizzabile, ma la certezza è che probabilmente il mare in burrasca sia stato definitivamente messo alle spalle dalla banda Allegri. Privi di Dybala, Alex Sandro e Chiellini, con un Chiesa che in versione attaccante dà gli strappi giusti, Morata bravo a procurarsi il primo rigore, un Rabiot finalmente gigantesco in mezzo al campo. Sono tanti i meriti dei bianconeri, del resto non si vince per caso in casa della Lazio.

Biancocelesti che però hanno mostrato ancora una volta di sapere cosa fare in campo ma non riuscire del tutto a metterlo in pratica. La vittoria allegriana, ma senza il corto muso per la prima volta in stagione in campionato, è meritata, così come è meritata la sconfitta da parte di quello che sembra ancora essere un cantiere aperto: troppe le ingenuità dei padroni di casa, poca la personalità, la sensazione che non sia assolutamente stata trovata la quadratura. Quella che la Juventus prova a cercare a fatica cambiando sempre formazione, la Lazio non la trova facendo giocare – al di là delle assenze forzate – sempre gli stessi. Il corto muso batte il sarrismo, non è certo la prima volta: ma una vittoria oggi non è nulla senza un po’ di continuità fino a Natale.

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