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Inzaghi, ora serve una svolta: le due mosse che possono riaccendere l’Inter

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi - Foto Antonio Fraioli

L’Inter non segna più. L’ultimo gol è di Edin Dzeko, al quarantaseiesimo minuto di Napoli-Inter datata 12 febbraio. Quattro partite e mezzo di digiuno: Inter-Liverpool, Inter-Sassuolo, Genoa-Inter e Milan-Inter e una involuzione nel gioco, nella testa e nel fisico che appare evidente. I nerazzurri, intendiamoci, al momento stanno disputando una buona stagione: sono potenzialmente primi in classifica, vista la partita da recuperare ad aprile contro il Bologna, hanno già alzato la Supercoppa sconfiggendo la Juventus, il 20 di aprile si giocheranno la semifinale di ritorno di Coppa Italia e dopo dieci anni hanno superato il girone di Champions League qualificandosi agli ottavi di finale dove, con tutta probabilità e a meno di una impresa storica, verranno eliminati da una squadra più forte e più pronta per i palcoscenici europei, ovvero il Liverpool.

Ma adesso Simone Inzaghi che, viste le premesse estive con le cessioni di Lukaku e Hakimi e l’imprevisto Eriksen, sta facendo un ottimo lavoro, ha bisogno di dare una scossa. L‘Inter appare ormai prevedibile, piatta, senza guizzi e una coralità che fa fatica ad esprimersi. Troppo brutta se paragonata a quella di ottobre, novembre e dicembre dove i giocatori si inter-scambiavano i ruoli con armonia e qualità. Adesso la manovra è farraginosa, merito anche degli avversari che hanno capito come limitare il gioco dei nerazzurri, ma sicuramente anche per demerito dei singoli che, per usare un eufemismo, non stanno vivendo il miglior momento della stagione.

E allora c’è bisogno di una scossa. Come fece Massimiliano Allegri dopo un Fiorentina-Juventus del 2017 finito 2-1 in favore dei viola. I bianconeri sembravano ormai stufi del 3-5-2 e passarono al 4-2-3-1. E il primo a pagarne le spese fu proprio Simone Inzaghi, la domenica dopo, in Juventus-Lazio finita 2-0. Ma come cambiare spartito a questa Inter? Dal punto di vista tattico le opzioni potrebbero essere due: la prima, sembra paradossale visto che al momento manca il gol, ma sarebbe quella di togliere un attaccante. Per cercare di limitare il dispendio fisico di Edin Dzeko che fa il tuttocampista, poco lucido poi nel momento in cui si deve finalizzare. Inserire un centrocampista in più – Gagliardini sembra quello più indicato a dare sostanza – e avanzare Calhanoglu, libero di svariare tra le linee e dare imprevedibilità al gioco nerazzurro. In appoggio proprio a Dzeko che sembra sicuramente l’attaccante più ‘vivo’ al momento.

L’altra opzione invece aprirebbe a scenari di vera e propria rivoluzione e, per questo, forse poco praticabile al momento. Ma visto l’inserimento di Gosens l’Inter potrebbe fare una vera e propria staffetta sulle fasce: giocando con un 4-4-2 classico (Skriniar e Bastoni al centro?), con Brozovic e Barella in mediana i nerazzurri avrebbero una potenza di fuoco sugli esterni. A destra potrebbero giocare sia Darmian che Dumfries mentre a sinistra sia Gosens che Perisic (in alternativa ci sono D’Ambrosio e Dimarco). Una mossa che potrebbe sparigliare le carte e che potrebbe dare respiro al gioco nerazzurro e ai due attaccanti. Ci sarebbero due sacrificati: un difensore (De Vrij?) e un centrocampista (Calhanoglu?). Una cosa è certa: la partita di venerdì con la Salernitana non si può sbagliare. Tornare a segnare e a vincere è un imperativo oppure la stagione potrebbe prendere una piega poco felice. 

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