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Lazio per inseguire il sogno Europa League, Empoli per salvarsi con largo anticipo. All’Olimpico va in scena il primo posticipo domenicale, Inzaghi è chiamato a confermare la buona prova di Palermo. Nessun cambio nell’undici iniziale, perchè in fondo il calcio è un gioco semplice. Prima le partenze erano un handicap, ora sono il punto di forte della squadra laziale: dopo il gol di Klose a Palermo bastano 7 minuti per dimostralo. Palla in mezzo, sponda di petto de tedesco e tiro dell’accorrente Parolo che colpisce il braccio di Cosic. Dal dischetto va Candreva, Pelagotti spiazzato e biancocelesti in vantaggio. Candreva potrebbe subito raddoppiare, ma la squadra c’è e lo dimostra. Sotto gli occhi del fratello Filippo, il minore degli Inzaghi impartisce lezioni di calcio: pressing e uno-due stretti, nella semplicità la Lazio si riscopre grande e il pubblico apprezza. I Distinti chiamano a gran voce l’allenatore, lui ringrazia e poi ordina ai suoi i movimenti da fare: è scoppiato l’amore. I giocatori lo seguono, anche troppo: nel giro di 3 minuti finiscono sul taccuino dell’arbitro Keita, Biglia e Parolo, eccessi di foga. L’Empoli non riesce ad esprimere il proprio gioco e anzi regala a Candreva l’occasione che l’esterno romano non coglie. Chi invece si fa trovare pronto è Onazi che, in chiusura di primo tempo, spinge il contropiede, duetta con Klose e segna: la rinascita del nigeriano è un altro dei meriti del tecnico biancoceleste.
Nessun cambio per i due allenatori, Inzaghi e Giampaolo si affidano agli stessi 22 con cui hanno cominciato il match. E’ Keita-show: l’esterno ex Barca prima parte da sinistra e spara, ma la palla sorvola la traversa, poi ci prova dal limite dell’area: stavolta la mira è giusta, ma c’è Pelagotti a dire di no. La Lazio gioca sul velluto, 3 tocchi e cambio di gioco, i dettami del neo allenatore biancoceleste sono chiari ed efficaci: il calcio è una cosa semplice. La squadra di Giampaolo non si palesa, Marchetti non deve preoccuparsi di sporcarsi i guantoni. I biancocelesti, dal canto loro, giocano senza strafare, con attenzione: nell’unica occasione in cui si fanno trovare scoperti è Saponara a graziare la squadra di Inzaghi, mandando a lato. Buona anche la seconda per l’ex allenatore della Primavera, 5 reti all’attivo e porta inviolata: la Lazio si riscopre capace di vincere e sognare. Perchè, in fondo, il calcio è un gioco semplice e Inzaghi lo sta dimostrando.