Calcio

Pagelle Lazio-Genoa 4-1, Serie A 2018/19

Felipe Caicedo e Ciro Immobile
Felipe Caicedo e Ciro Immobile - Foto Antonio Fraioli

Quattro gol e tre punti per cominciare a sognare di centrare quella Champions League sfuggita all’ultimo minuto la scorsa stagione: la Lazio di Inzaghi batte in Genoa nella quinta giornata di Serie A e torna a respirare aria d’alta classifica. Caicedo, scelto da Inzaghi per affiancare Immobile, sblocca il match dopo appena 7 minuti confermando come il coraggio paghi sempre. Poi ci pensa il napoletano a mandare in archivio la partita dopo appena 23 minuti. Ci prova Pitek a riaprirla con un bolide sotto la traversa dopo una svirgolata di Acerbi, ma Milnkovic-Savic e Immobile chiudono il conto permettendo alla Lazio di centrare la terza vittoria consecutiva in campionato.

LAZIO (3-5-1-1)

Strakosha 6
Nel primo tempo infonde fiducia e sicurezza al reparto arretrato, le poche occasioni del Genoa sono sventate senza nessun problema. Nel secondo tempo, invece, è costretto a raccogliere il pallone in fondo al sacco dopo il tiro di Piatek, una sassata sotto la traversa sulla quale non poteva fare molto.

Caceres 6
Non va quasi mai in difficoltà, in questo lo aiuta anche l’esperienza che gli consente di rimediare ai pochi errori. Una prestazione, la sua, di sostanza; non sarà facile per Inzaghi, anche dopo il ritorno di Luiz Felipe, rinunciare a lui.

Acerbi 5.5
Un piccolo passo indietro per il difensore biancoceleste rispetto alle precedenti uscite: a tratti troppo sicuro dei propri mezzi rovina una prestazione sufficiente svirgolando un pallone solo da rinviare spianando la strada al gol di Piatek.

Wallace 6
Cerca spesso l’anticipo, anche quando non serve tanto che Inzaghi deve riprenderlo per ricordargli che non è necessario. In difesa, però, non corre rischi cercando anche il gol in proiezione offensiva con un colpo di testa su calcio d’angolo che non va fuori di molto.

Marusic 6
Su e giù per la fascia, la sua vita calcistica si svolge sempre sul binario di destra. Un paio di spunti interessanti che mettono in difficoltà il Genoa ma anche qualche imprecisione di troppo. (Dal 86′ Patric s.v.)

Parolo 6.5
Corre, lotta e si inserisce, esattamente quello che gli chiede Inzaghi, e lo fa alla perfezione. Se poi indossa anche i panni dell’uomo assist, come nella rete di Immobile, diventa fondamentale negli schemi laziali. Il tempo, per lui, non sembra passare; più invecchia, più migliora.

Leiva 6.5
Il solito metronomo a centrocampo, detta i tempi della manovra e imposta il gioco senza mai strafare. Il brasiliano è una certezza, Inzaghi non ci rinuncia mai e lui lo ripaga con l’ennesima prova di sostanza.

Milinkovic-Savic 6.5
Un assist e un gol per spazzare via le critiche piovute addosso a lui e consegnare alla Lazio la terza vittoria consecutiva: la testa è la sua forza e non solo per come la usa sia servendo Caicedo per la prima rete sia per battere Marchetti calando il tris laziale. (Dal 71′ Badelj 5.5: entra quando la partita non ha più storia, ma riesce a prendere un giallo evitabile.)

Lulic 6.5
Ha da farsi perdonare l’errore clamoroso, seppur senza conseguenze, in Europa League: non si fa prendere dalla frenesia fornendo una prova ordinata ed impreziosita dall’assist con il quale consente a Milinkovic-Savic di timbrare il cartellino chiudendo il match

Caicedo 7
La prova in Europa League era solo l’antipasto, il piatto principale, l’ecuadoriano, lo tiene per il campionato: gli bastano 7 minuti per bucare la porta di Marchetti e portare la Lazio in vantaggio. Poco dopo arriva anche il dolce con la palla rubata a Bessa dal quale scaturisce il raddoppio. Un’abbuffata per l’attaccante che fa la felicità biancoceleste. (Dal 61′ Correa 6: ha voglia di sbloccarsi e si vede. Un paio di belle giocate strappano applausi al suo pubblico, ma la rete non arriva. Servirà tempo, ma comincia a entrare nei meccanismi di gioco della squadra di Inzaghi)

Immobile 7
Corre e non si risparmia, ma soprattutto segna la prima doppietta stagionale che fa salire a 3 i suoi gol in campionato: l’attaccante non sbaglia segnando il 2-0 prima e il poker poi e confermando di poter replicare quanto fatto vedere nelle ultime stagioni.

All.Inzaghi 7
Il coraggio, in un modo o nell’altro, viene sempre premiato: vara una Lazio a due punte con Caicedo-Immobile, il Fato gli dà ragione dopo appena 23 minuti con entrambi gli attaccanti a mettere la propria firma sul match. Insiste su Milinkovic-Savic fcendo riposare Luis Alberto, altra scelta vincente visto che il serbo fornisce una prova finalmente all’altezza chiudendo il match con il terzo gol.

GENOA (3-5-1-1)

Marchetti 5.5
Torna all’Olimpico dopo 7 stagioni vissute con l’aquila sul petto, Caicedo e Immobile lo mettono subito in crisi bucandolo una volta a testa. Le conclusioni laziali arrivano da tutte le parti, lui cerca di fare quel che può. Nella ripresa è leggermente in ritardo sul colpo di testa di Milinkovic-Savic, ma sarebbe servito un miracolo per impedire al pallone di finire in rete.

Biraschi 5.5
Partita particolare per lui, romano e romanista; sente aria di derby il difensore del Genoa e cerca di chiudere ogni varco possibile senza però riuscirci alla perfezione. Nella ripresa cerca di spingere facendosi vedere con un paio di proiezioni offensive.

Spolli 5.5
Lento e macchinoso, Immobile lo mette in difficoltà con i suoi scatti. Lascia il campo per scelta tecnica quando Ballardini sceglie di cambiare modulo. (Dal 27′ Kouame 6: il suo ingresso ha la capacità di vivacizzare la manovra offensiva, la sua velocità è una spina nel fianco per la retroguardia laziale.)

Zukanovic 5
Arriva in ritardo all’appuntamento più importante, quello con l’anticipo su Caicedo che varrebbe come un gol, guardando l’attaccante segnare dopo appena 7 minuti. Cerca di riscattarsi nel corso della gara e avrebbe anche il tempo, ma non trova mai la giocata giusta per far dimenticare il suo errore.

Gunter 5.5
Troppo irruente, qualche fallo di troppo per il difensore che dove non arriva con la tecnica cerca di arrangiarsi con il fisico. Con il passare dei minuti prende le misure ma non riesce mai a dare quella sensazione di sicurezza che servirebbe alla retroguardia rossoblu

Romulo 5.5
La velocità è la sua maggiore qualità, ma troppo spesso si incaponisce vanificando gli sforzi suoi e dei propri compagni. Evanescente sull’out di destra, non riesce a trovare il guizzo giusto per creare difficoltà alla retroguardia biancoceleste. (Dal 56′ Lazovic 5.5: il suo ingresso in campo dovrebbe permettere al Genoa di rendersi più pericoloso in avanti, ma la missione non sembra riuscire)

Bessa 5
Sanguinoso il pallone perso davanti alla propria area che vale il raddoppio laziale; l’ex Verona è colpevole e lo sa, l’errore lo condiziona per tutta la partita limitandolo e facendogli perdere fiducia in se stesso

Hiljemark 5
Si vede pochissimo se non quando chiede un rigore per un lievissimo contatto con Leiva. Non riesce a spiccare in fase offensiva visto che non trova mai la conclusione.

Criscito 5.5
Il duello con Marusic è ad altissima velocità, da quella parte si rischia l’autovelox sempre: il difensore azzurro, però, ha la peggio vedendosi costretto spesso ad indietreggiare per fronteggiare il dirimpettaio montenegrino.

Medeiros 6
Nel primo tempo è il più pericoloso dei suoi con un paio di serpentine al limite dell’area che mettono in difficoltà la retroguardia laziale. Prova anche il tiro senza trovare il bersaglio grosso. Lascia il campo a metà secondo tempo. (Dal 62′ Sandro 5.5: entra quando la partita sembra già indirizzata verso la sconfitta. Difficile fare di più)

Piatek 6.5
Sembra fuori dal gioco per tutto il primo tempo, si fa vedere solo con un tiro senza troppe pretese. Poi, però, alla prima e unica occasione, ecco il gol; il polacco, con la complicità di Acerbi, si dimostra un vero e proprio cecchino freddando Strakosha a inizio secondo tempo.

All.Ballardini 5.5
Troppo timoroso il suo Genoa all’Olimpico, giunto nella Capitale per portare a casa un pareggio prezioso. Caicedo e Immobile scombinano subito i suoi piani, lui cerca di correre ai ripari cambiando modulo dopo appena 27 minuti; un’ammissione di colpevolezza che conferma come, nel campionato italiano, non basti più pensare prima di tutto a non prenderle.

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