Calcio

Finale Champions: Zidane contro Simeone, una sfida tra campioni “italiani”

Diego Simeone - Foto Carlos Delgado CC BY-SA 3.0

La finale di Champions League sarà ancora una volta tutta spagnola. Domani sera, nella cornice di San Siro, Real Madrid e Atlético si contenderanno la vittoria della Champions. La classe di Zinédine Zidane sfida la grinta di Diego Simeone. Il gioco offensivo contro quello difensivo. Le due vecchie glorie della Serie A tornano in Italia per giocare, o meglio, per dirigere la partita più importante della loro vita.

Zizou, quarantaquattro anni e una straordinaria carriera da calciatore alle spalle, è alla guida dei Blancos da poco più di quattro mesi. Davvero pochi per essere riuscito a riaddrizzare le sorti di una squadra, ristabilire l’equilibrio e la serenità che con Rafa Benitez erano venuti a mancare e guadagnarsi un posto da protagonista nella notte di San Siro. Silenzioso ed elegante, assiste alle gare dei suoi uomini con diplomazia e pacatezza senza rendersi mai protagonista di gesti plateali degni della spietata ironia del web. Vecchia conoscenza del campionato italiano, in particolare della Juventus dal 1996 al 2001, Zidane vanta di una serie di riconoscimenti e trofei eccezionali: dal Pallone d’Oro attribuitogli nel 1998 alla vittoria della Champions con la maglia del Real nel 2002 fino al trionfo in Francia 1998, solo per citarne alcuni. La finale di domani gli dà l’opportunità di aggiungere un trofeo altrettanto importante in bacheca. Questa volta, però, in veste da allenatore. Le carte per disputare un’ottima gara ci sono tutte. La classe, la qualità e la perfezione tecnica a cui Zidane ci ha abituati da giocatore riflettono esattamente nel Real Madrid e lasciano presagire che sarà una gara degna delle aspettative.

Dall’altra parte regna la voglia del riscatto che si cela dietro il nome di Simeone. Quarantasei anni ed un passato glorioso, El Cholo ha vissuto i suoi anni migliori in Italia, terra che gli è rimasta nel cuore. Dopo l’esperienza biennale all’Inter, Simeone approda in casa Lazio dove incarna immediatamente la figura del leader e diventa il principale artefice dello scudetto capitolino. Il tecnico argentino è al timone dell’Atlético da cinque anni e ha condotto i Colchoneros al raggiungimento di risultati eccellenti. Tra questi si annovera la finale di Champions League disputata due anni fa proprio contro i Blancos, in cui Sergio Ramos al 93′ spezzò il sogno di Simeone mettendo a segno la rete del pareggio. Come è ben noto, la partita fu poi vinta dagli uomini di Ancelotti per 4-1 nei supplementari. El Cholo ha sete di rivalsa, vuole vendicare quella tragica notte di Lisbona, e potrà farlo proprio nella sua San Siro, in quel palcoscenico che ha reso celebri le sue caratteristiche, oggi proprie dell’ esercito spagnolo da lui guidato e che danno continuamente adito a critiche e discussioni, ovvero grinta, rabbia, tenacia e orgoglio. Questi gli ingredienti che hanno permesso all’Atlético di mettere in ginocchio l’élite del calcio mondiale (Barcellona e Bayern Monaco) e di accedere alla tanto attesa finale.

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