Champions League

Benzema scrive la storia e oscura Mbappè, Real Madrid ai quarti. Ennesimo disastro europeo del Psg

Karim Benzema - Foto Chris Deahr CC BY 2.0

Semplicemente Karim the dream. Il sogno era ribaltare il Psg e approdare ai quarti, è diventato realtà al termine di una partita stellare, una partita da Champions League. Il 3-1 del Bernabeu è tutto nel segno di Benzema, che scrive un’incredibile pagina di storia e con una tripletta stellare qualifica il Real Madrid ed elimina l’attacco stellare di un Mbappé anche lui strepitoso ma giocoforza oscurato improvvisamente negli ultimi pazzi trenta minuti, di un Neymar eterno incompiuto ad altissimi livelli e di un Messi che è soltanto l’ombra di se stesso e che sembra sempre più un corpo estraneo in questa squadra.

Che, senza ombra di dubbio, a fine anno – se non subito – vedrà l’addio di Pochettino, che qui ha fallito perdendo il campionato lo scorso anno e uscendo di scena agli ottavi, seppur contro un’altra big, in Champions. A cinque anni di distanza, a Madrid come a Barcellona. Lì da 4-0 a 6-1 e resta inarrivabile, ma stasera le tempistiche sfiorano l’inaccettabile. Dopo aver dominato all’andata chiudendo sull’1-0, per un’ora anche stasera il Psg ha giocato molto bene ed era passato in vantaggio con il suo marziano, salvo crollare in pochissimi minuti.

A dare il là all’ennesimo disastro europeo dei parigini, però, è Gigio Donnarumma, che con una papera clamorosa e già vista talvolta al Milan, con troppa sicurezza dei propri mezzi regala il gol del pareggio a Benzema, che a quel punto accende l’ambiente e accende soprattutto l’attaccante francese, capace di segnare altri due gol nel giro di un minuto in una partita che diventa a quel punto un delirio psichedelico. Gli ospiti scompaiono completamente dal campo, anche se Messi e Neymar non erano di fatto mai apparsi. La squadra di Ancelotti, che torna il Re di coppe dopo essere stato un po’ pizzicato dall’ambiente madridista, spreca anche il poker ma al fischio finale può gioire: è ai quarti, insieme a Bayern Monaco, Liverpool e Manchester City. Quattro corazzate che avanzano, una corazzata, che però in Champions diventa troppo spesso quella Potemkin, che viene sbattuta ancora fuori.

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