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Continua a perdere pezzi quel che resta dell’ossatura del vecchio Milan. Tocca a Mauro Tassotti questa volta abbandonare quel di Milanello. Una storia quella tra l’ex difensore e allenatore in seconda e la società rossonera che lunga 36 anni. Con lui lascia anche Andrea Maldera. I loro contratti sarebbero scaduti la prossima stagione ma le parti hanno deciso per una rescissione consensuale. “Noi del Milan e il Tasso siamo diventati grandi insieme – si legge in un lungo e commovente comunicato del Milan – dai primi passi alla partita del secolo con la Champions League del 18 Maggio 1994 alzata da Capitano nel cielo ateniese dopo uno storico successo sul Barcellona del profeta del gol Johann Cruyff. Tasso, tutto un altro passo. Non era un coro nato dall’oggi al domani, ma l’omaggio ad un signore del calcio“. La società rossonera ricorda così il suo arrivo a Milano sponda Milan: “In quel lontano 1980 uno dopo l’altro tutti intensi e tutti preziosi, avrebbero dovuto arrivare insieme al Milan: Bruno Giordano e Mauro Tassotti. Normali vicissitudini di mercato e alla fine è invece solo il giovane laziale che raggiunge Milanello: capigliatura larga e piedi da affinare, ci penserà il Barone Liedholm, uno dei primi protagonisti della leggenda del Tasso. Mauro e il Milan, il Milan e Mauro. Non una storia sul velluto, i successi e la gloria non sono arrivati subito e con la bacchetta magica. Prima il pane duro della Serie B e dei primi anni ’80 dove ad ogni campionato la squadra rossonera era a rischio sopravvivenza. Il Tasso però è stato uno di quelli che hanno saputo tenere duro, che si sono meritati l’era di Silvio Berlusconi“. Un comunicato quello del Milan che ripercorre così tutta la carriera di Tassotti in maglia rossonera e non può non soffermarsi sul capitolo Niels Liedholm, l’allenatore ex Roma che tanto ha dato alla carriera di Mauro: “Il lavoro del grande Liddas sui suoi piedi ha dato i frutti giusti proprio dal 20 febbraio 1986 in poi: il calcio e lo stile di Mauro Tassotti erano ormai pronti per l’appuntamento con la storia. Dal cross per Daniele Massaro a Torino nello spareggio Uefa contro la Sampdoria del 23 maggio 1987 fino alla partita disputata da mezz’ala contro il Cagliari il 1′ giugno 1997 a San Siro nel suo ultimo atto alla Scala del calcio, il Tasso ha dato tutto e regalato ancor di più. Assist, giocate brasileire, ma anche sincronismi difensivi e tenacia nelle coperture”. E infine il saluto: “Uno come il Tasso non poteva fermarsi ad una tutto sommato normale gara d’addio. Eccolo allora, nel 1999 e nel 2001, due volte su tre, vincere il Torneo di Viareggio da allenatore con la squadra Primavera del Milan. Eccolo, al fianco di Cesarone Maldini, l’11 Maggio 2001 nel derby dello 0-6. Ma eccolo soprattutto, dal 2002 al 2007, griffare in simbiosi con Carlo Ancelotti le notti per eccellenza del Milan. Le tante notti dal Liberec ad Atene che ci hanno fatto vivere belli, alti e forti, orgogliosi del nostro Milan e delle emozioni sprigionate da uno Stadio irraggiungibile. C’era tanto del Tasso nei movimenti di Serginho, c’era tanto del Tasso nelle scalate difensive di Cafu. Un Club ristretto di grandi giocatori e di grandi uomini. Mauro ha fatto da nave scuola a Leonardo e ad Allegri, è stato con Seedorf e con Inzaghi e nell’ultima stagione rossonera, la 37esima, ha seguito la maturazione e la crescita dei giovani rossoneri d’allevamento, in prestito ad altri Club in vari Campionati. Oggi, nel giorno del tributo, la lettura storica consegna al protagonista di una giornata tutta milanista un posto in prima fila in quel luogo inesplorabile della mitologia rossonera, una galleria nella quale ci si sente sempre protetti e a testa alta: Mauro Tassotti con Franco Baresi e con Paolo Maldini, con Alessandro Costacurta e con Filippo Galli. E’ un grazie, ma non è solo un grazie. Ebbene sì, è anche commozione. Tasso, è stato e sarà sempre un piacere“