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NBA 2018/2019: Gay al buzzer-beater, sconfitte in casa per Rockets e Lakers

Eric Gordon - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

La notte italiana di mercoledì 30 gennaio ha visto in scena lo svolgersi di sette partite della regular season NBA 2018/2019. L’highlight della notte è decisamente il buzzer-beater di Rudy Gay, che si lascia poi a un’emozionante esultanza, contro i Phoenix Suns di un agguerrito Devin Booker. Tra i Thunder sono sempre George e Westbrook a creare i presupposti per vincere una partita, ma stanotte l’ha vinta effettivamente Dennis Schröder, giocando cinque minuti come pochi se ne sono visti in tempi recenti. Cadono i Rockets, di un Harden stentante al tiro, sotto i colpi del duo Okafor-Holiday, che al momento non fa rimpiangere estremamente Anthony Davis. Sconfitta attesa per i Lakers, che cadono nuovamente allo Staples contro i Sixers, dove Embiid&Co banchettano anche grazie alle assenze di Ball, Kuzma e James.

Oklahoma City Thunder-Orlando Magic 126-117

Estremamente difficile all’interno degli Oklahoma City Thunder rimuovere le luci da George e Westbrook, ponendole su di sé: Dennis Schröder ci è riuscito per cinque minuti nel quarto quarto, nel comeback dei Thunder sui Magic. Paul George ha comunque messo a referto 31 dei suoi 37 punti nel primo tempo, mentre Westbrook ha ottenuto la sua quarta tripla-doppia consecutiva con 23 punti, 14 rimbalzi e 14 assist. La guardia tedesca segna invece, 18 dei suoi 21 punti (includendo due triple e un paio di giochi da tre punti) in uno stretch dove è andato a segno con sette tiri consecutivi.

Tra le file dei Magic, Vucevic conduce con una doppia-doppia da 27 punti e 11 rimbalzi. Lo seguono Fournier e Gordon con rispettivamente 17 e 16 punti.

Nonostante i 14 punti di George nel primo quarto, i Thunder si trovano sotto di tre lunghezze al fronte di 16 punti combinati di Vucevic e Ross (32-35). Westbrook aggiunge nel secondo quarto 8 punti ai 17 di Paul George, donando all’intervallo ai Thunder un vantaggio di sei punti (69-63). A 8:23 dalla fine del terzo quarto un pull-up jumpshot di Diallo termina un parziale di 12-3 per Oklahoma: gli uomini di coach Donovan ottengono il loro vantaggio massimo nel match (81-66). I Thunder tuttavia trovano solo due punti nei quattro minuti e mezzo successivi, permettendo ai Magic di arrivare sul -1 dopo un floating jumpshot di Fournier (83-82). Il terzo quarto terminerebbe con un discreto distacco in sfavore dei Magic, ma Nader insacca la tripla a 20.6 secondi dal quarto quarto che raddrizza gli equilibri (91-94). Orlando riesce a mantenere il vantaggio creato fino a 10:04 dalla fine della partita (93-98), ovvero poco prima che Dennis decida di compiere un mini-show di cinque minuti: 7 su 7 dal campo, includendo, come già descritto, due triple e due giochi da tre punti; i Thunder passano da un deficit di -5 a un vantaggio di +13 (116-103), che sigilla la partita in un batter d’occhio. Terrence Ross mette a referto due triple consecutive d’orgoglio portando la discussione sul -5 (116-111), ma due jumpshot di Paul George chiudono definitivamente la pratica a 2:13 dalla fine (120-113).

Sesta vittoria consecutiva per Oklahoma, anche senza Steven Adams (fuori a causa di un dolore alla caviglia). Paul George è diventato stanotte l’unico giocatore nella storia dell’NBA, insieme a Stephen Curry e James Harden, a segnare almeno due triple a partita per 29 partite consecutive. Prossimo impegno per i Thunder sempre in trasferta, stavolta sabato notte all’American Airlines Arena di Miami.

Quarta sconfitta consecutiva di Orlando in casa, che fa scendere il record tra le mura amiche sul 12-15. Curiosità: Jerian Grant (guardia dei Magic uscente dalla panchina) ha giocato stanotte contro suo fratello Jerami Grant (ala titolare dei Thunder): Jerami ha prevedibilmente vinto il duello per 18-5. Prossima partita ancora in casa per Orlando, dove attendono venerdì notte gli Indiana Pacers.

New Orleans Pelicans-Houston Rockets 121-116

Il drama creatosi intorno alla vicenda di Davis non sembra frustrare estremamente i giocatori di NOLA, i quali esibiscono un’ottima prestazione al Toyota Center di Houston, pur avendo dalla loro un roster estremamente rimaneggiato. Jahlil Okafor prosegue il suo stato di forma e termina con 27 punti e 12 rimbalzi (11 su 15 dal campo). Prestazione completa e di carattere anche per Jrue Holiday, che piazza 19 punti, 8 assist, 6 rimbalzi e un career-high di 6 stoppate. Harden si “limita” a 37 punti, in una partita dove, a prescindere dai punti segnati, ha davvero le polveri bagnate (11 su 32 dal campo). Tra i Rockets di distinguono poi Faried con 19 punti e 11 rimbalzi, Eric Gordon con 17 punti e tre triple e infine Chris Paul con 10 punti e 9 assist.

Nel primo tempo la partita sembra incanalarsi tra i binari degli Houston Rockets, che ottengono 15 punti da Harden e 13 da Faried: i Pelicans riescono comunque a rimanere in scia grazie ai 14 punti di Okafor e a 10 punti di Ian Clark, il quale termina con 15 punti totali in 18 minuti in campo (59-66). A 8:37 dalla fine del terzo quarto I Pelicans si trovano a -10 dopo la tripla di Chris Paul (68-78), ma riescono a tornare decisamente in partita grazie a un parziale di 13-5, concluso a 4:36 da un floating jumpshot di Okafor (81-83). A 2:31 si giunge alla parità grazie a un lay-up di Clark: parità che viene poi cancellata da un altro lay-up di Kenrich Williams (90-88). New Orleans entra nel quarto quarto con tre punti da difendere (94-91). A 5:48 dalla fine della partita, NOLA, già sul +5 (106-101) dà la sgasata decisiva con un parziale di 8-1 firmato principalmente da 6 punti di Jrue Holiday (114-102). I Rockets riescono ad arrivare suk -4 grazie a 10 punti di James Harden, ma mancano solo 22.4 secondi alla fine dell’incontro (118-114).

I Pelicans cancellano le tre sconfitte consecutive dalle quali erano reduci, anche senza, oltre al già citato Davis, Julius Randle (terza partita saltata per l’ala a causa di una distorsione alla caviglia destra), Nikola Mirotic (problema al polpaccio), Elfrid Payton (distorsione alla caviglia) ed E’Twuan Moore (riposo). Jrue Holiday è la prima guardia nella storia NBA a segnare almeno 17 punti, prendere 6 rimbalzi, creare 7 assist e inferire 6 stoppate in una partita. All’orizzonte per gli uomini di coach Gentry c’è la partita in casa giovedì notte contro Denver.

James Harden estende la sua streak di 30 o più punti a 24 partite consecutive; undicesima partita consecutiva per lui con almeno 35 punti a referto. Nelle 14 partite di gennaio ha segnato 610 punti, diventando il primo giocatore con almeno 600 punti in un mese dai tempi di Micheal Jordan (marzo 1987). Ora parte per i Rockets una four-game road trip, che inizia sabato notte in casa dei Denver Nuggets.

Phoenix Suns-San Antonio Spurs 124-126

Un jumper da sei metri di Rudy Gay consegna la vittoria agli Spurs al buzzer-beater, sopravvivendo ai 38 punti di Devin Booker. Il veterano termina con 16 punti, 5 rimbalzi e 5 assist, andando in aiuto dell’altro veterano di squadra: LaMarcus Aldridge mette a referto l’ennesima doppia-doppia da 29 punti e 14 rimbalzi, in una serata nella quale, essendo ancora assente DeRozan, ha ricevuto maggior contributo dai compagni; tra gli altri, nota di merito per Davis Bertans e Marco Belinelli, rispettivamente con 18 e 17 punti dalla panchina. Dietro alla prestazione monstre di Booker (14 su 19 dal campo) vi sono 22 punti dalla panchina per Jamal Crawford (8 su 12 dal campo con tre triple).

La partita si mantiene estremamente equilibrata nei primi due quarti, terminati rispettivamente 33-33 e 67-70: Aldridge e Booker terminano il primo tempo con 20 e 18 punti. Sull’80-80, a 5:37 dalla fine del terzo quarto gli Spurs aprono un parziale di 2-14 con una tripla di Patty Mills e lo terminano con una tripla di Marco Belinelli con 2:20 sul cronometro (82-94). I Suns entro la fine del quarto riescono in buona parte a ricucire il gap, grazie soprattutto a un gioco da tre punti di Booker e ad una tripla di Crawford (91-96). A 3:31 dalla fine della partita Aldridge segna subendo il fallo dopo un lay-up, siglando successivamente il libero supplementare valido per il +6 Spurs (111-117). Mikal Bridges va a referto consecutivamente con un finger roll e una schiacciata, prima che Josh Jackson porti la questione sul -1 con una tripla a 1:54 dalla fine (118-119). Si susseguono due liberi di Gay e una schiacciata di Kelly Oubre Jr in seguito a una penetrazione di Jackson, prima che Bertans stampi una tripla, che sembra chiudere la partita, con 1.5 secondi sul cronometro del possesso e 33.3 su quello della partita (120-124). Devin Booker va subito a segno con un fadeaway jumpshot, prima che Belinelli, raddoppiato dopo una rimessa, perda palla e mandi in campo aperto Jackson per una facile schiacciata (124-124). L’epilogo è, come risaputo, nelle mani di Rudy Gay, che dopo aver tenuto palla per 20 secondi sfida Oubre Jr in 1on1, prima di lasciare andare il pallone della vittoria e buttarsi in seguito a terra per la gioia (124-126).

Tra gli Spurs ancora fuori DeRozan per la terza partita consecutiva a causa di un dolore al ginocchio sinistro. Belinelli, con le quattro triple di stanotte, raggiunge 1100 triple messe a referto in carriera, alla sua dodicesima stagione in NBA. Raggiungendo la “milestone” di 17968 punti, LaMarcus Aldridge entra tra primi 75 scorer nella storia dell’NBA. Venerdì notte, sempre all’AT&T Center, arrivano i Brooklyn Nets.

I Suns arrivano a nove sconfitte consecutive. Undicesima sconfitta consecutiva in casa degli Spurs, dove non vincono dal 27 febbraio 2013. DeAndre Ayton ha saltato la sua sesta partita consecutiva a causa di una distorsione alla caviglia sinistra. Per Phoenix ora tre giorni di riposo, prima di giocare domenica notte in casa contro Atlanta.

Philadelphia 76ers-Los Angeles Lakers 121-105

I Lakers rincorrono per tutta la partita, senza mai arrivare a un deficit tale da rendere possibile una rimonta, nonostante una superba prestazione di Brandon Ingram (career-high da 36 punti, con 16 su 20 dal campo e senza triple tentate). Tra file dei Sixers compare come sempre in grande spolvero Joel Embiid con 28 punti e 11 rimbalzi, mentre un rientrante Jimmy Butler va a segno con 20 punti. Contribuiscono alla causa Simmons e Muscala, con rispettivamente 19 e 17 punti.

Con Ball, Kuzma e ovviamente James assenti, oltre ad Ingram i Lakers si affidano a JaVale McGee  (17 punti e 14 rimbalzi) e a Rajon Rondo, che sopperisce i soli 5 punti a referto regalando 11 assist.

Subito dopo la palla a due tra Zubac e Embiid, i Sixers inferiscono un parziale di 12-2 nei primi tre minuti, dandosi il vantaggio che verrà mantenuto per tutta la partita. Nel primo quarto i Lakers compiono otto palle perse e Philadelphia tira col 15 su 27 dal campo: gli uomini di coach Brown dopo i primi 12 minuti hanno già 19 lunghezze di vantaggio (39-20). Dilagano poi i Sixers a 8:14 dalla fine del primo tempo con una tripla di Landry Shamet che conferisce un vantaggio di 24 punti (48-24). I Lakers reagiscono d’orgoglio segnando 16 punti consecutivi (in fattispecie 9 punti di Ingram) e riducendo il deficit sul -8 (48-40): tuttavia, i giallo-viola non riescono ad avvicinarsi ulteriormente durante la disputa. Il primo tempo termina con Philadelphia sopra di 11 lunghezze (64-53). Nel terzo quarto gli uomini di coach Walton arrivano sul -9 grazie a una tripla di Caldwell-Pope a 5:48 dalla fine del periodo (80-71), ma non è abbastanza: poco dopo, dopo due liberi di Zubac, i Sixers mettono a referto due triple con Shamet ed Embiid, addormentando la partita sul +15 (88-73).

Terza vittoria nelle ultime quattro uscite per i Sixers. Joel Embiid pareggia con la sua doppia-doppia numero 41 le stesse messe a referto da Rudy Gobert in questa regular season; il centro camerunense, inoltre, è alla sua partita numero 34 con almeno 20 punti segnati e 10 rimbalzi raccolti, guidando l’NBA in questa speciale doppia-doppia. Tappa alla Oracle Arena per Philadelphia, dove sono attesi venerdì notte dai Golden State Warriors reduci da undici vittorie consecutive.

Sesta sconfitta nelle ultime dieci uscite per i Lakers (26-25), che si vedono sfilare l’ottavo seed valido per i playoff, occupato momentaneamente dai Clippers a due partite di distanza (28-23). Proprio contro i Clippers ha alte probabilità di tornare LeBron James, in un derby che i Lakers giocheranno in trasferta venerdì notte e che, innegabilmente, è decisivo per le sorti della stagione di entrambe le squadre.

 

Tutti i risultati di mercoledì 30 gennaio

Oklahoma City Thunder-Orlando Magic 126-117
New Orleans Pelicans-Houston Rockets 121-116
Phoenix Suns-San Antonio Spurs 124-126
Philadelphia 76ers-Los Angeles Lakers 121-105
Washington Wizards-Cleveland Cavs 113-116
Milwaukee Bucks-Detroit Pistons 115-105
Chicago Bulls-Brooklyn Nets 117-122

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