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Basket, Final Eight Coppa Italia A1 2018: presentazione Virtus Bologna

Kenny Lawson, Virtus Bologna - Foto Fip

L’analisi team per team delle otto contendenti delle PosteMobile Final Eight di Coppa Italia Serie A1 2018 della redazione di Sportface, pone il focus sulla Virtus Bologna. La squadra allenata da Alessandro Ramagli arriva al primo grande appuntamento come uno dei team più in forma dell’intera lega con sette vittorie nelle ultime otto partite.

Dopo l’altalena di sentimenti vissuta ad inizio stagione, la Virtus ha trovato il proprio equilibrio con il giusto mix tra nuovi arrivati e gruppo storico dello scorso anno, valso la promozione dalla A2. L’entusiasmo della città di Bologna, storica capitale del basket nostrano, inizia a rinfocolarsi dopo un lungo periodo buio. Anche i recenti investimenti in sponsorizzazione della Santal, appartenente alla famiglia Parmalat, dimostrano che il progetto riscuote sempre maggiori consensi. Arrivati alle Final Eight per il rotto della cuffia come settima testa di serie, la voglia di stupire è tanta.

PUNTI DI FORZA –  I numeri sono dalla parte della Virtus: sesta squadra per numero di punti realizzati in media a partita (80.2), quarta miglior difesa del campionato con 75.8 punti subiti in media a partita. L’asse tutta tricolore Gentile-Aradori ha confermato di essere una delle più prolifiche del campionato: quinto e settimo miglior marcatore della lega. Dal perimetro la squadra rimane una delle migliori dell’intera lega, grazie anche alle percentuali incredibili di Umeh (42,2% da tre punti, quarto tiratore della lega). Proprio Umeh e Lawson, dopo un periodo di adattamento iniziale dovuto al salto di categoria, stanno dimostrando di poter fare la differenza anche in A1, partendo dalla panchina. In termini di talento, la Virtus se la gioca con tutti.

PUNTI DEBOLI –  Il catino del PalaDozza assume i contorni del fortino inespugnabile. Su dieci partite casalinghe soltanto Reyer Venezia e Germani Basket Brescia hanno violato il parquet bolognese nella quinta e settima giornata del campionato, in parallelo con il momento più difficile della stagione (quattro sconfitte consecutive tra la quinta e la nona giornata). L’avvio di annata ha fatto traballare la panchina dell’head coach Ramagli a causa di una partenza lenta non in linea con le alte aspettative dell’ambiente. La lucida pazienza della dirigenza ha portato i frutti sperati, ma il record che riguarda le partite giocate in trasferta resta preoccupante. All’infuori della coperta di linus del PalaDozza, sono arrivate cinque sconfitte in otto partite. La consistenza fuori dalle mura amiche resta un rebus. Altro punto debole sembra essere l’ampiezza delle rotazioni, limitata a nove uomini. In particolare la fisicità sotto canestro, portata dal solo Slaughter, rimane il tallone d’Achille.

QUINTETTO BASE

Oliver Lafayette (classe 1984, 188 cm), playmaker: tanta esperienza in cabina di regia. La squadra gira attorno ai suoi sapienti polpastrelli. Con lui sul parquet il plus/minus complessivo è di 87, il terzo valore più alto della squadra. Umeh è un ottimo ricambio, capace di dargli preziosi minuti di recupero in panchina per averlo lucido nei momenti decisivi.
Pietro Aradori (classe 1988, 194 cm), guardia: in termine di carattere e percentuali di tiro (53% da due, 35% da tre) la sua presenza è fondamentale. Quando la Virtus si trova ad un passo dal baratro, la palla finisce nelle sue mani. Faro.
Alessandro Gentile (classe 1992, 202 cm), ala: la volontà di ripartire da zero se l’è cucita addosso, stampandosela come numero dietro la canotta e sperando di ereditare la magia di Mr. Triple Double Russell Westbrook. Fatta eccezione per la scazzottata con Gutierrez che gli è costata tre turni di squalifica, le statistiche sono dalla sua: quinto top scorer della lega (16.7 punti di media), miglior passatore della squadra (4.7 a partita, tredicesimo nella lega).
Klaudio Ndoja (classe 1985, 201 cm), ala: la sua presenza è in discussione a causa di un infortunio alla mano destra, al suo posto potrebbero giocarsi il posto Baldi Rossi e l’adattato Lawson. Il plus-minus con lui in campo è fortemente negativo (-26). Il peso dell’età inizia a sentirsi in termini di atletismo ed intensità difensiva. Di contro la percentuale da tre punti resta ottima: 38,6%.
Marcus Anthony Slaughter (classe 1985, 204 cm), centro: numeri strepitosi per l’americano. Miglior percentuale di realizzazione da due punti (69,5%) del campionato, 122 complessivo di plus/minus (valore più alto della squadra). Decimo miglior rimbalzista della lega (7.3 a partita). Ramagli deve sperare che non prenda mai il raffreddore.

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