Momento più nero che azzurro per l’Inter e, soprattutto, per Roberto Mancini. A Torino è andato in scena uno show tutt’altro che piacevole per i tifosi interisti e, a causa di questo tetro spettacolo, per il mister potrebbe essere arrivato il momento di calare il sipario.
Durante la prima parte di campionato è andato tutto liscio per la squadra di Milano: l’Inter era una macchina, a tratti, esteticamente brutta ma perfetta negli ingranaggi. Nelle prime 18 giornate pochi gol segnati, ma 39 punti conquistati e il primo posto in classifica. L’Inter vinceva spesso con una sola rete di scarto, il gioco non convinceva, i match viaggiavano su ritmi lenti, eppure sembrava avere la formazione più compatta e più in forma della serie A. Lo spogliatoio sembrava un circolo di vecchi amici: i giocatori sorridenti e di buon umore, nessuna competizione: Mancini sembrava aver riportato l’armonia, risollevando la squadra dal torpore in cui era caduta con Mazzarri.
Poi qualcosa si è rotto, nelle ultime 8 giornate i nerazzurri hanno intascato soltanto 9 punti, incassati con le vittorie contro il Chievo e la Samp, i pareggi contro Carpi, Atalanta e Verona e le sconfitte contro Sassuolo, Milan, Fiorentina e Juventus. Sconfitte che bruciano, soprattutto quelle contro le dirette avversarie, e che allontanano sempre più la squadra di Mancini dal terzo posto: l’Inter è a -4 dalla Fiorentina (che ha una partita in meno e domani dovrà vedersela con il Napoli) e a -5 dalla Roma, il terzo gradino del podio si allontana e i preliminari di Champions diventano un miraggio.
Fra i vari bocconi amari da mandare giù bisogna far fronte anche all’eliminazione, virtuale, dalla Coppa Italia. Il 27 gennaio l’Inter ha subito 3 gol pesantissimi dalla Juventus e pensare di poter recuperare in pochi giorni una mentalità vincente, ribaltando il risultato al “Meazza” mercoledì prossimo, è pressappoco impossibile. La formazione fa acqua da tutte le parti: il muro difensivo, che aveva impressionato nel girone d’andata, è calato e comincia a scricchiolare; a centrocampo Mancini non ha punti fermi e ogni match vede scendere in campo un titolare diverso; in attacco i centravanti prediligono le azioni personali, non c’è sintonia fra loro e il gioco è prevedibile.
Questa serata da Oscar per i bianconeri e da incubo per l’Inter è importante per capire cosa accadrà in panchina, perché il clima è diventato teso e l’atteggiamento isterico del tecnico ne è la prova. Mancini a fine partita è arrabbiatissimo, se la prende con tutti e, causa mal di gola e febbre, non si presenta ai microfoni per commentare la prestazione dei suoi. Lo sostituiscono l’ex capitano e attuale vicepresidente Zanetti e il direttore sportivo Piero Ausilio, deluso e di pessimo umore, che non usa mezzi termini e accusa i giocatori di avere poco carattere, personalità e spirito di sacrificio, dando, invece, completo appoggio al mister. Ora per salvare la stagione serve una svolta immediata.