“Quando mi chiedono ‘dove vuoi essere a fine anno?’, mi viene sempre da sorridere. Il mondo fuori spesso è diverso da ciò che noi tennisti viviamo, o almeno lo è per me. Non è una questione di ranking. Anzi, non mi piace proprio parlare del ranking perché è una cosa che non ho mai fatto e credo non farò mai. Più che altro mi piace pormi degli obiettivi in un senso più ampio”. Lo ha detto Jannik Sinner in una lunga intervista concessa a Eurosport: “Se potessi svegliarmi ed essere un altro tennista per un giorno, vorrei essere Roger Federer. Lui sa fare tutto. Ha tutte le soluzioni del mondo in campo. E’ un gioco questo, un’utopia chiaramente, ma credo che come per tutte le cose ci si possa lavorare. Ecco, è più che altro quello il mio obiettivo: diventare un giocatore un po’ diverso, diventare più completo. Ora è tutto diverso. Ma diverso in meglio. Due anni fa, quando arrivavo ai tornei, non conoscevo ancora nulla. So che la mia crescita è stata repentina e so benissimo che gli avversari adesso mi conoscono, mi studiano, conoscono la mia tattica e i miei punti di forza. Ma io so quello che due anni fa ancora non sapevo: che possono giocarmela con tutti”.
Sulla tanta pressione sulle sue spalle: “In Italia c’è grande attesa, la pressione però è un privilegio. Sono io il primo a mettermi pressione. Sono io il primo a voler vincere. Sono io il primo a volere arrivare. Quindi per quanto tutti parlino, per quanto tutti scrivano, non lo sento come un problema Sono lo stesso ragazzo di sempre”. Sugli Internazionali: “A Roma spero di ritrovare quell’atmosfera che avevo trovato anche a Torino, quel tifo lì è davvero speciale. Il pubblico può dare una mano, può anche essere un’arma. E se hai la possibilità, la devi usare. Mi aspettano grandi giornate di tennis. Non so voi, ma io non vedo l’ora”.