I voti semi seri del GP del Bahrain. Chi sale, chi scende e chi deve riflettere.
Grosjean 10. Usa i social con parsimonia e dolcezza. In pista è l’opposto. Vuole fortemente il sedile Ferrari per il 2017 non si spiega altrimenti il suo strepitoso inizio di stagione. Due gare, due volte a punti, non per caso o per fortuna. Il team Haas continua i festeggiamenti iniziati due settimane fa. Strabiliante.
Rosberg 9. Il biondo va di moda quest’anno. Chi ha vinto in Bahrain negli ultimi 4 anni, poi ha vinto il titolo, che sia di buon auspicio. Certo non è buono come vuol apparire: ha pubblicato un selfie con faccione sorridente in primo piano, la coppa in mano e la scritta ‘Boom’. Ma sullo sfondo c’è Luigino sfatto e cotto. Sadico.
Vandoorne 8.5. Il belga era in Giappone a farsi i fatti tuoi quando Ron Dennis lo ha richiamato in tutta fretta visto che non aveva potuto buttare il fratturato Alonso in pista. E il 24enne debuttante è andato a punti mentre i due campioni del mondo titolari in squadra erano out. Capito cosa fa la volontà di un rookie?
Wehrlein 8.5. Come il belga stupisce. Fa respirare alla Manor-Mercedes aria d’alta classifica mostrandogli cosa è la 7° piazza. Ragazzi che numeri! Il tedesco viene dal vivaio teutonico. Tutto torna.
Raikkonen 8. Il semaforo verde per lui è meglio di un cuscino, ma quando c’è da recuperare terreno ritrova il suo ritmo martellante. Lo premiamo non solo per il 2° posto salva-baracca, ma anche perché parla poco e con sincerità: «In F1 c’è troppa politica e tante stronzate. E noi non siamo abbastanza veloci per vincere».
Haas 7.5. Sembrava fosse la ‘Ferrarina’ e invece è un team serio che sa fare bene le cose. Ha ottenuto 18 punti in due gare, la nobile McLaren 11 punti in 11 gare. Passo e chiudo.
Verstappen 7.5. È un predestinato. L’anno scorso scazzottava e volava, adesso vola, scazzotta un po’ meno, ragiona un filino di più. Come Grosjean ha in Massa e nelle Williams le sue vittime preferite. Rampante torello su Toro Rosso.
Ricciardo 7. L’australiano dal sorriso gigante con un Red Bull mezza decente (la metà indecente è il motore) arriva 4° e così diventa evidente il motivo per cui sia Mercedes che Ferrari non le hanno voluto dare il motore. Con Newey nei paraggi meglio remare contro.
Kvyat 6.5. Sabato si arrabbia con il team per il caos qualifiche, domenica dimostra personalità risalendo dalle retrovie fino al 7° posto finale. Cattivissimo con Bottas che vorrebbe superarlo: praticamente gli indica l’uscita del circuito.
Vettel 6. Una trasferta araba da mille e un incubo. Piazza la sua Margherita al 3° posto in qualifica, ma lei traditrice lo colpisce alle spalle. Lo abbandona prima di iniziare. Doccia fredda e in anticipo.
Ferrari 5.5. Nei ritiri non fa torto a nessuno. Doveva rischiare per provare a spezzare il dominio della Mercedes, ma sacrificare l’affidabilità senza trarne vantaggio nemmeno in qualifica non sembra un’idea brillante. Perplime. Ma non gufiamo.
Arrivabene 5. “Alla faccia dei gufi, il motore della Ferrari va benissimo”. Gli rispondiamo così: “Il silenzio è d’oro”.
Hamilton 5. Altro che pagelle, ci servirebbe un instant book per il suo inizio di stagione. La notte tra sabato e domenica avrà pensato all’outfit da sceicco arabo invece che a come partire in maniera decente. Taglia il traguardo con una Freccia d’argento spezzata ma è il suo lavoro. Non è pagato per far passerella tra l’ilarità generale. E non basta il talento per vincere. Testa bassa e pedalare. Oppure cambiare lavoro.
Force India 4.5. Il team è rimasto ai test di Barcellona dove aveva impressionato. In gara sparisce giro dopo giro.
Williams 4.5. Ma non dovevano essere la terza forza mondiale? E Bottas non era più fresco di Massa? E la strategia non va studiata? Chiedete a Rueda… ah no. Meglio di no.
Bottas 4. Pronti via, picchia contro la Mercedes di Hamilton, l’errore è talmente grave che viene punito con un passaggio ai box e con due punti in meno sulla superpatente. Era meglio quando faceva il fantasma.
Qualifiche 0. Bissano lo 0 del primo gran premio. Ecclestone e soci parlano, si scrivono, si mandano fax ed e-mail e indovinate un po’? Non si capiscono! Uno va in una direzione, uno in un’altra, un altro sta per fatti suoi. Il risultato è un’ora di giri scemi e prevedibili. Per la serie: vai avanti tu che a me vien da ridere…