Volley maschile

Volley, Coppa Italia 2017: Modena alla Final Four

Calzedonia Verona 2017/2018 - Foto Legavolley

Modena alla Final Four, finisce 3-0 (25-20; 25-9; 25-23) al Pala-Panini l’ultimo quarto di finale di Coppa Italia. Due set in cui le due squadre hanno giocato per larghi tratti alla pari, inframmezzati da uno dove si è vista una sola squadra in campo, con gli ospiti troppo brutti per essere veri.Verona paga i problemi di continuità già evidenziati nel match di domenica contro Latina, Modena si conferma squadra cinica e di livello.

I due allenatori ripropongono i sestetti osservati nella prima giornata di campionato. Bruno al palleggio e Sabbi opposto, Ngapeth e Urnaut schiacciatori, Holt e Mazzone centrali con Rossini libero per Modena, Spirito opposto a Stern, Jaeschke e Maar di banda, Birarelli e Pajenk al centro con Pesaresi libero per Verona.

Il primo set vede le due formazioni sempre a contatto: il livello del gioco è molto alto, con tante difese e pochi errori diretti. Spirito trova ottime risposte dai suoi attaccanti e in particolare da Maar, con Verona che dopo l’iniziale vantaggio ritorna avanti  a metà frazione (12-13). La ricezione di Modena sale e l’Azimut trova i break per tornare in testa (19-17). Qualche leggerezza in campo veneto spinge Modena al +4 (22-18) che indirizza il set sui binari della squadra di Stoytchev e l’errore di un opaco Jaeschke vale il 25-20.

Verona al rientro in campo non riesce a limitare gli errori diretti, mentre Modena è più concreta rispetto al primo parziale. La combinazione di questi due fattori è un mix letale per la Calzedonia, che dei primi 16 punti giocati se ne aggiudica appena 5 (di cui 2 invasioni modenesi). Spirito non ha  uscite credibili in alternativa a Pajenk, anche perché Stern, il migliore nel primo set, scende improvvisamente. Grbic sostituisce Maar con Manavinezhad e poi Birarelli con Mengozzi senza però ottenere alcun beneficio. Verona scivola a -10 (17-7) e poi anche a -15 (23-8) per poi cedere il set con un emblematico 25-9.

Veneti che ripartono con Mengozzi e Maar (con l’iraniano Manavinezhad che paga un orrendo set da 0/4 in attacco con 1 errore e 3 muri subiti, oltre ad una battuta sbagliata). Mazzone e Ngapeth a muro regalano i primi due punti all’Azimut, ma Verona risponde con un parziale di 3-0 che lascia ben sperare per il prosieguo del set. Modena tiene un minimo vantaggio fino al 9-6, quando la reazione d’orgoglio della squadra ospite vale un parziale di 6-1 che porta tutti al timeout tecnico (10-12). Il muro di Mengozzi vale anche il +3 (12-15), ma Modena con quattro punti di fila ribalta l’inerzia del set (16-15) e costringe Grbic a fermare il gioco. Al rientro in campo il punto di Sabbi vale il +2 (17-15), poi una gran serie al servizio di Stern ribalta nuovamente il punteggio. Si va avanti a forza di break e contro-break, e alla fine a spuntarla è Modena con il muro di Ngapeth su Stern, con Spirito molto impreciso nell’azione decisiva.

 

PAGELLE

Modena

Urnaut 7,5: praticamente perfetto in ogni aspetto del gioco: attacco, muro, ricezione, battuta per un giocatore spesso criticato che sembra poter ripagare la fiducia concessagli da Stoychev.

Mazzone 7: giganteggia a centro rete, cancellando o sporcando molte delle traiettorie di diagonali degli attaccanti veronesi.

Sabbi 6,5: tante cose buone, ma anche tanti errori evitabili. Nel complesso prestazione ampiamente sufficiente

Holt 6: la sua funzione è principalmente spaventare i centrali di Verona, e non si può dire che la assolva male. Praticamente non tocca palla se non in battuta, dove regala qualche ottima giocata, e nel finale di terzo set.  Potrebbe fare qualcosa in più a muro.

Verona

Pajenk 7: si conferma centrale di altissimo livello. Cercatissimo da Spirito e marcato stretto dai centrali avversari, riesce spesso a trovare la soluzione più efficace e intelligente.

Maar 6+: viene servito a fasi alterne. Nel complesso non demerita, ma può fare meglio.

Stern 6,5: gioca due set da opposto di altissimo livello e uno, per usare un eufemismo, meno buono. Se mette a posto questi problemi di continuità l’assenza di Djuric potrebbe essere molto più piacevole.

Jaeschke 5,5: cresce col passare del tempo, ma due set nell’anonimato più totale non possono valere la sufficienza ad un giocatore come lui.

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