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Tragedia durante la regata “Clipper Round the World Yacht Race”. La velista Sarah Young, 40 anni di Londra, è affogata nell’Oceano Pacifico dopo essere stata travolta da un’onda mentre stava affrontando la nona delle 14 tappe della gara velica più lunga al mondo, da Qingdao a Seattle. “Il corpo è stato recuperato, ma nonostante i tentativi di rianimarla non ha mai ripreso coscienza“, hanno spiegato in un comunicato gli organizzatori della regata il cui fondatore, Robin Knox-Johnston, ha annunciato “l’apertura di un’inchiesta di concerto con le autorità competenti. Sono profondamente addolorato dalla morte di Sarah. Lei faceva parte della famiglia della Clipper Round the World e conosceva bene le nostre imbarcazioni, avendo navigato con noi fin dalla scorsa estate a Londra“.
Sarah Young stava riducendo la randa – la vela issata sull’albero principale – quando è stata sbalzata da un’onda, causa il forte vento superiore ai 40 nodi. L’incidente è avvenuto venerdì nel Pacifico settentrionale e gli organizzatori hanno precisato che la velista “non era legata allo yacht” quando è stata spazzata in mare. Questo è il secondo incidente che avviene alla “Clipper Round the World Yacht Race”, tra l’altro sullo stesso yacht: sette mesi fa, a largo delle coste del Portogallo, aveva perso la vita un paramedico 49enne del Kent, Andrew Ashman, colpito dalla scotta della randa appunto sulla stessa imbarcazione della Young, l’IchorCoal. Per partecipare alla Clipper, come si legge sul sito della gara, non occorrono esperienze specifiche ma solo “un buon livello di forma, aver compiuto 18 anni e la voglia di avventure”: “Ma la sicurezza dei nostri equipaggi è sempre stata e continua ad essere la nostra principale priorità – ha assicurato il fondatore della regata Robin Knox-Johnston – Il fatto che su 4000 persone in gara ci siano state solo due vittime e della stessa imbarcazione è una pura fatalità“.